"Morto nel mare che amava" | L'addio ad Antonio FOTO - Live Sicilia

“Morto nel mare che amava” | L’addio ad Antonio FOTO

In centinaia hanno preso parte ai funerali. La commovente lettera della sorella. LE FOTO

LA TRAGEDIA DI ISOLA
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PALERMO – Una chiesa affollatissima per l’addio ad Antonio Aloisio, il sub di 56 anni che ha perso la vita ad Isola delle Femmine insieme all’amico Giuseppe Migliore, 58 anni. Centinaia di persone , tra amici, familiari e appassionati delle immersioni subacquee proprio come lui, si sono strette attorno alla moglie e ai figli del sub, seduti in prima fila nella chiesa San Francesco di Sales di via Notarbartolo.

Una cerimonia commossa, durante la quale è stato ricordato l’immenso amore che Aloisio provava per il mare e per l’attività subacquea. Un aspetto sottolineato dalle parole della sorella, che di suo pugno ha scritto una commovente lettera condivisa poi al termine del funerale: “Chi era Antonio? Era tante cose, ma era soprattutto un uomo perbene, una persona perbene. Chi l’ha conosciuto sa che la famiglia era la sua priorità: sua moglie, i suoi figli, noi, i suoi nipoti. La sua famiglia sapeva di poter contare su di lui sempre. Chi era suo amico sa quanto Antonio fosse sempre presente. Per lui il mare era molto più di una passione. Più volte gli abbiamo sentito dire che voleva morire lì. Aveva tanti difetti: era testardo, orgoglioso, ma era generoso, altruista, allegro, vivace, ironico e tanto, tanto altro. Grazie a tutte le persone che sono qui: voi lo avevate scelto come amico, ma se anche noi avessimo potuto scegliere, non avremmo che potuto scegliere un figlio, un fratello, un marito uno zio migliore di te, grazie per quello che sei stato”.

Aloisio e Migliore, mercoledì mattina, avevano noleggiato un gommone e si erano immersi nel tratto tra la costa e l’isolotto. Sedici minuti dopo la discesa, però, Antonio era riemerso, ma era in condizioni gravissime. L’uomo che si trovava sul gommone ha disperatamente tentato di metterlo in salvo, trasportandolo sulla banchina del porto, ma il 56enne era già deceduto. In fondo al mare era rimasto Giuseppe, poi recuperato dopo due giorni di ricerche dai sommozzatori dei vigili del fuoco, durante le operazioni coordinate dalla Capitaneria di porto. 

Il suo corpo è stato trovato a distanza di circa quindici metri dal relitto del piroscafo Loreto, che si trova ad 87 metri di profondità. In base agli accertamenti effettuati sulle bombole utilizzate da Migliore, al loro interno non si trovava il trimix, la miscela consigliata per profondità di questo genere, ma soltanto aria compressa. Gli amici dei due sub, da tempo compagni di mille immersioni e molto affiatati, hanno raccontato della loro passione per il mare, ma credono che non volessero spingersi oltre le loro responsabilità: “Non avrebbero mai messo a repentaglio la loro vita, probabilmente Giuseppe si è sentito male e Antonio ha cercato di salvarlo, perdendo la vita a sua volte. L’uno per l’altro fino alla fine”. 

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