Anche la storia della tessitura propone un modello multiculturale siciliano soprattutto nel periodo normanno. A farsene interprete è lo stilista Elio Ferraro: i suoi caftani, vere opere d’arte, sono gli elementi iconici del volume “Divine trame” edito dalla Fondazione Federico II che sarà presentato domani.
Con dettagli in lamina d’oro sulla copertina e pregiati particolari in tessuto all’interno, il libro racconta l’arte tessile delle civiltà mediorentali e bizantine e la storia di quello che fu il più antico e florido opificio, il Tiraz del Palazzo Reale di Palermo.
Ferraro, che ha scelto la sua Sicilia dopo varie esperienze all’estero, è impegnato nella ricerca tessile storica e geografica arricchita da ricami manuali, lontani dalle logiche industriali e “seriali” della moda dei giorni nostri. Designer creativo, ha ricostruito il periodo normanno con opere che si integrano perfettamente con gli ambienti di Palazzo Reale e altri luoghi della Sicilia. La sua narrazione stilistica e sartoriale rievoca i fasti di una corte cosmopolita.
“Il pretesto narrativo di questa pubblicazione – dice Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II – è il patrimonio tessile siciliano basato su molteplici contaminazioni. La Sicilia è da sempre luogo dell’incontro tra popoli e il magnifico laboratorio del Tiraz rappresenta la sua capacità di tessere modelli di convivenza multietnica”.