Trantino non vuole distrazioni: "Condannati a risollevare Catania"

Trantino non vuole distrazioni: ‘Condannati a risollevare Catania’

Il sindaco a tutto campo: rifiuti, burocrazia, sicurezza, partiti e consiglio comunale. "Se mi sono messo in gioco, devo dare i risultati".

CATANIA – L’intervista, ad un certo punto, si interrompe per qualche istante. 
“Scusi ma devo rispondere per forza”
“Prego”
“Pronto ingegnere, com’è finita con quella questione? Bene, perfetto. Ora di tutto il resto me ne occupo io perchè non c’è altro tempo da perdere”.

Non vuole sbavature, il sindaco Trantino. Tanto da intervenire egli stesso, in prima persona, in diversi momenti della giornata su ogni singola questione di rilievo.
In queste settimane, ha invitato i suoi a dare tutto per questa esperienza amministrativa che il primo cittadino ha etichettato come un’occasione irripetibile di rilancio per la città.
Eppure, c’è da fare i conti con le scartoffie ed i bizantinismi delle più classiche stanze dei bottoni, dove tutto diventa più facile a dirsi che a fare.    

Sindaco, era come se l’aspettava questo avvio? E’ meglio? E peggio?

“Non mi piace dire che sia peggio o che sia meglio di come l’avevo immaginato. Perchè il lavoro è certamente difficile e per certe cose le condizioni sono inevitabilmente peggiori di come io avessi sperato: ma, nello stesso tempo, per mia natura mi sto concentrando su quello che mi consente di risolvere il problema”.

Da cosa è partito?

“Ho preso atto, anzitutto, di una squadra di assessori molto motivata che, fin dall’inizio, ha evidenziato le cose che non andavano ma ponendosi in un clima propositivo. Ho anche potuto vedere la grande disponibilità di tutti i direttori che, pur lavorando in condizioni difficili per un sovraccarico di lavoro rispetto alle unità di personale sulle quali possono contare, mi hanno sempre dato risposte puntuali mettendo il cuore prima ancora che la testa o gli orari.
Tutto questo per agire nell’interesse della città.

Io credo di aver dato, trattenendo per me le deleghe sulla Cultura, sul Turismo e la Zona Industriale, una precisa mainfestazione all’esterno su come io intenda muovermi. Ma, ancora di più, questa mia intenzione l’ho trasferita alla città con la nomina del vice sindaco, nonché assessore all’Urbanistica, il professor Paolo La Greca.
Vogliamo cominciare a ragionare in un contesto nel quale, quello che si fa per la città, dev’essere lo strumento attraverso cui tu possa trarre il consenso per le cose che fai: e non per quello che puoi dare al singolo, così com’è accaduto in passato.
Abbiamo cominciato a lavorare su alcune cose che possono anche essere viste come impopolari ma che bisogna pur prendere in considerazione”. 

Ad esempio?

“Una delle cose che faremo, nell’arco di pochi giorni, è chiudere al traffico via Garibaldi fino a piazza Mazzini. Si tratta di un provvedimento che è visto con favore da tanti catanesi ma che chiaramente comporta anche qualche interrogativo per altri: ma stiamo agendo.
E’ nostra intenzione chiudere per due giorni alla settimana, il sabato e la domenica, piazza Federico di Svevia ma solo dopo che avrò parlato con gli operatori commerciali.
Abbiamo fatto interventi che non si facevano da anni: dall’Asse attrezzato, all’illuminazione alla Plaja. Cose che dovrebbero essere la normalità ma in una macchina elefantiaca come la pubblica amministrazione, alla fine, anche queste azioni impongono difficoltà che, però, stiamo riuscendo a superare”.

E’ già un vessillo da sbandierare?

“Non è mia intenzione cullarmi sugli allori. Questo è solo un modestissimo inizio di quel che vogliamo intraprendere.
Siamo consapevoli che quella attuale è una occasione irripetibile e siamo, comunque, condannati a risollevare Catania ed a restituirle quelle condizioni che possono permetterle di essere leader nel nostro panorama nazionale”.

E’ una situazione che stanno capendo anche i partiti della coalizione troppo spesso, forse, concentrati sulle beghe e gli interessi di bottega?

“C’è assoluta sintonia. Non c’è stato uno soltanto che mi ha posto un problema di questo tipo. Naturalmente potranno sorgere dei momenti di inevitabile dialettica interna, ed è anche naturale che accada.
Però su tutto stiamo trovando la giusta intesa: dalla lotta all’abusivismo commerciale, agli interventi al cimitero che sono piaghe da terzo mondo, fino ai rifiuti.
Dobbiamo riuscire ad andare oltre i nostri limiti perchè già partiamo da una situazione che è penalizzante”.

In questo quadro quasi motivazionale, c’è qualcosa che l’amareggia?

“Che una giornata sia solo di ventiquattr’ore. E qui non voglio essere autoreferenziale perchè se ho sposato questa causa, è stato per sperare di risolvere qualcosa: mi permetto di dire che la mia dignità ha un valore non comparabile a nessun altro costo.
Se mi sono messo in gioco, devo dare i risultati.
C’è semmai un aspetto che vorrei puntualizzare”.

Prego.
“Io continuo a dire che il ruolo di sindaco non è compatibile con quello di sindaco della Città metropolitana: perchè se io devo fare delle scelte per la Città metropolitana molte volte possono essere conflittuali con quelle della mia città, che amministro”.

E’ un invito ad accelerare sul ritorno delle Province.

“Lo è. La politica deve accelerare”.

Un altro punto sul quale Trantino pare insistere è quello del valore del civismo.

“Noi partiamo da una condizione menomante che è quella di una città in cui tantissima gente che ha vissuto in condizioni di maggior degrado, non ha avuto consapevolezza del rispetto perchè le istituzioni non hanno rispettato loro. E, quindi, perchè loro dovrebbero rispettare le istituzioni? Dobbiamo, allora, ribaltare questo processo e far capire che le istituzioni sono tutte proiettate a loro favore ed è il motivo per il quale io sto facendo tante cose che la gente non sa e non saprà mai: andarmene nei quartieri decentrati a parlare con tutti e rendermi conto. Senza telecamere. E non lo faccio per autocelebrarmi”.

Tutto questo passa anche per una “questione sicurezza” per la quale il Ministro Piantedosi qui, a Catania, ha preso degli impegni specifici?

“Le faccio vedere una cosa. Questa è la lista di chiamate del mio telefono: alle ore 10.47 ho voluto sentire il Ministro Crosetto perchè sto insistendo affinchè si verifichi la possibilità di avere dei militari sul territorio. Non è facile perchè anche la loro coperta è molto corta.
Ma quel che non voglio che passi è la sensazione che Catania sia terra di nessuno dove teppistelli da quattro soldi credano di potere invadere il territorio per stabilire un loro primato.
Questo non lo possiamo permettere”.

Mi dice che consiglio comunale si aspetta? Di certo, dalla sua avrà una maggioranza bulgara.

“Mi attendo collaborazione. Mi attendo dall’opposizone un dissenso costruttivo. Quel che spero di non trovare è una polemica sterile e strumentale per inseguire l’interesse di pochi”.


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