Trapani, mafia: confiscati soldi e lingotti, il giallo dei cavalli spariti

Confiscati soldi, imprese e lingotti: il giallo dei cavalli scomparsi

Imprenditore delle scommesse "legato alla famiglia di Messina Denaro"

PALERMO – Per i carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani fu una caccia al tesoro all’interno della casa di Jonn Luppino, quando due anni fa andarono ad arrestarlo.

Nell’abitazione a Tre Fontane, frazione marinara di Campobello di Mazara, trovarono otto lingotti per un peso complessivo di oltre chili e migliaia di euro in contanti.

I beni fanno parte del patrimonio confiscato dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale, presieduta da Enzo Agate, al “re delle scommesse e mafioso”. Vanno in confisca anche aziende e immobili intestati a Luppino e alla moglie, Paola Maggio. Per Luppino, ritenuto “socialmente pericoloso”, è stata decisa anche la sorveglianza speciale per tre anni e mezzo da scontare dopo la condanna, qualora questa divenisse definitiva.

Alcuni dissequestri

Dissequestrate invece le quote societarie nella “L&G servizi scommesse on line” di Alejandro Prado, Gianmarco Amoroso e Salvatore Giorgi, assistiti dagli avvocati Stefano Santoro e Fabrizio Cavallo. Non c’è prova che fossero dei prestanome di Luppino, che nei mesi scorsi è stato condannato in primo grado a 18 anni per mafia, estorsione e intestazione fittizia di beni. Dissequestrata la ditta individuale di “Antonino Tumbiolo” con sede Mazara del Vallo e alcuni immobili di Luppino e della moglie.

L’avvocato Stefano Santoro

Lingotti e soldi in contanti

I lingotti erano conservati in cassaforte assieme a 51 mila euro in contanti. Altri duecento mila euro furono rinvenuti nella casa di via Cile nel ripostiglio, in camera da letto, dentro il lavabo del bagno nascosti in dei sacchetti sottovuoto, in mansarda e in macchina.

La sua fortuna era dovuta alle agenzie di scommesse e ai videopoker. Quella di Luppino fu una scalata vertiginosa. Il Tribunale ha accolto la proposta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo che ha fotografato la sperequazione fa i redditi leciti e gli investimenti.

“Imprenditore mafioso”

Luppino fu arrestato nel 2019 per mafia ed estorsione. Secondo l’accusa, la sua rapidissima ascesa imprenditoriale è stata spinta dai boss dei mandamenti mafiosi di Castelvetrano e Mazara del Vallo, che obbligavano i vari esercizi commerciali a installare le macchinette di Luppino con pesanti minacce e ritorsioni.

Luppino incassava il denaro e si occupava delle esigenze economiche di chi era finito in carcere. A cominciare da Franco Luppino, braccio destro di Matteo Messina Denaro, e Rosario Allegra, cognato del latitante.

Le imprese confiscate

In confisca vanno anche la ditta individuale “Calogero Jonn Luppino”, Belice servizi Srl, “LP distribuzione” srl “, “Non solo VIp” (tutte di Campobello di Mazara), M&G service (Roma), “Menzil Salah” (servizi socio sanitari, Salaparuta) ad eccezione delle quote di Prado, Amoroso e Giorgi Salvatore.

Il giallo dei cavalli spariti

Resta un piccolo giallo: Luppino risulta proprietario anche di tre cavalli di nome “Vietri”, “Prince of Hope” (un purosangue inglese), “Lu Biundu”. Al momento del sequestro non c’era traccia dei cavalli, per un periodo accuditi all’ippodromo di Siracusa e alle Capannella a Roma. Il giallo resta.


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