PALERMO – Nel “Bronx” di Trapani gli affari della droga li avrebbero gestiti i componenti della famiglia Beninati. Partendo da loro il procuratore aggiunto della Dda di Palermo Paolo Guido, i sostituti Luisa Bettiol e Gianluca De Leo, e i poliziotti della Squadra mobile avrebbero ricostruito l’esistenza di due gruppi criminali ed è scattato il blitz che ha portato all’arresto di 29 persone.
Un gruppo avrebbe fatto capo a Giuseppe Felice Beninati, il secondo a Giuseppe Salerno. Il primo avrebbe preso il posto del padre Antonino, arrestato nel 2019, mettendo in piedi, assieme ai parenti, le piazze di spaccio al Bronx e nel rione Palme.
Giuseppe Salerno è figlio di Carmelo, condannato di recente per mafia in appello dopo essere stato assolto in primo grado. Avrebbe attivato un canale per rifornirsi di cocaina a Rosarno, in Calabria, da Angelo D’Agostino e Felice Gallizzi, vicini alla ndrina dei Pesce. Al fianco di Salerno avrebbe lavorato Gianfranco Gianni, già condannato per mafia che avrebbe raccolto i soldi per comprare la droga da rivendere ai Beninanti.
Non era il loro unico fornitore: a volte la merce sarebbe arrivata da Massimo Ferrara che si riforniva dai palermitani Filippo Raccuglia e Vincenzo Mazzola. Ferrara è noto alle cronache. L’anno scorso è finito nei guai giudiziari. Sarebbe stato socio in affari del palermitano Gioacchino Guida.
Ferrara aveva avuto dei contrasti con un personaggio, misterioso e a piede libero, che gestisce un enorme flusso di cocaina a Palermo. E lo fa con l’avallo di Cosa Nostra. Di lui si conoscono il nome “Gioacchino” e il rapporto privilegiato con Ignazio Traina, mafioso di Santa Maria di Gesù.
Un personaggio con un lungo curriculum criminale, Traina. Arrestato per droga la prima volta nel 1998, poi di nuovo per mafia, droga ed estorsioni nel blitz “Paesan Blues” del 2010 (era capo decina del mandamento), condannato e scarcerato per fine pena, dal 2018 era in libertà vigilata, sei mesi fa lo hanno riarrestato. Soprannominato “chihuahua”, Traina è da sempre legato agli Adelfio di Villagrazia.
Nel corso dell’indagini sono poi emersi i rapporti con Leonardo Casano, pluripregiudicato vicino alle cosche mafiose marsalesi e arrestato lo scorso settembre.