PALERMO – La vicenda riguarda l’appalto per la manutenzione dell’illuminazione pubblica. Sarebbe stato pilotato. Agli arresti domiciliari è finito il deputato regionale del Partito democratico Dario Safina. Non è il solo indagato dalla Procura di Trapani.
Anche la nomina dei vertici di “Trapani servizi spa” sarebbe stata frutto di un accordo fra alcuni dirigenti della società che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in città. I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale dei carabinieri, guidato dal colonnello Fabio Bottino, hanno notificato altre tre misure cautelari. Sono indagati, a vario titolo, dalla Procura diretta da Gabriele Paci per le ipotesi di turbativa d’asta, corruzione e rivelazione di notizie d’ufficio.
Le contestazioni a Safina
Le indagini su Safina (la scheda del deputato Pd) riguardano il periodo in cui è stato assessore ai Lavori pubblici del comune di Trapani. Si sarebbe accordato con un imprenditore di Messina, Christian Valerio, manager ed energy manager per la Sicilia di una importante società operante nel settore della pubblica illuminazione. Grazie all’intervento del politico sarebbe stata turbata la procedura di project financing per la manutenzione dell’impianto. A Valerio è stato imposto il divieto di esercitare impresa per un anno.
Safina avrebbe informato l’imprenditore sui tempi di pubblicazione, sui contenuti e sull’importo base del bando. In questa maniera l’imprenditore avrebbe sbaragliato la concorrenza. Un altro capitolo riguarda la presunta promessa dell’affidamento, sempre alla stessa impresa, “al di fuori di ogni procedura concorsuale ad evidenza pubblica”, dei lavori di rifacimento dell’illuminazione degli impianti sportivi “Campo Aula” e “Campo Coni”.
La replica
Safina affida la sua replica a una nota: “Mi è stato notificato un provvedimento di custodia cautelare ai domiciliari. I fatti contestati dalla magistratura riguardano il periodo in cui ricoprivo il ruolo di assessore ai Lavori Pubblici al Comune di Trapani. Due le accuse che gli inquirenti muovono nei miei confronti: corruzione e turbativa d’asta. Sono sereno e ho la coscienza tranquilla. Sono fiducioso nell’operato della magistratura e sono certo che riuscirò a chiarire la vicenda nel più breve tempo possibile”.
La nomina “pilotata”
Ci sono altri due indagati. Il divieto di dimora nei comuni di Trapani ed Erice è stato imposto ai direttori generale e amministrativo della “Trapani Servizi” Carlo Maria Baldassare Guarnotta e Giuseppe Ullo.
Dirigenti e collaboratori della società si sarebbero messi d’accordo per turbare i due concorsi del 2020 e 2021 per scegliere il direttore generale. Tra i requisiti richiesti ne sarebbero stati inseriti alcuni affinché venisse selezionato l’amministratore unico uscente e cioè Guarnotta. Una volta nominato avrebbero adottato atti contrari ai doveri d’ufficio per la scelta di un collaboratore esterno e direttore tecnico della stessa società.