PALERMO – Scattano i trasferimenti dei dipendenti regionali alle dighe ma i sindacati insorgono. Le prime unità di personale sarebbero state infatti individuate senza criteri trasparenti, senza graduatorie, in una maniera che rischia di essere fortemente discrezionale. È quanto segnalano Cobas-Codir, Sadirs, Siad e Ugl che chiedono di fermare i trasferimenti e convocare un tavolo “al fine di definire una trasparente e logica assegnazione del personale”.
Erano circa 150 i dipendenti ricercati la scorsa estate dall’amministrazione per essere trasferiti alle dighe per la guardiania. I sindacati autonomi spiegano di essere venuti a conoscenza di un elenco di personale da trasferire costituito da 12 dipendenti che hanno aderito volontariamente, 6 segnalati da dipartimento Lavoro e 9 dal dipartimento Infrastrutture. “Abbiamo chiesto ai dipartimenti cedenti e alla Funzione pubblica – scrivono gli autonomi – quali siano i criteri adottati per la segnalazione del personale da trasferire e se tali criteri siano stati concordati e applicati in modo omogeneo nei dipartimenti, o come temiamo senza alcun criterio. E non avendo certezza del percorso seguito nutriamo dubbi sulla legittimità di tale individuazione del personale. Per altro non ci risulta alcuna graduatoria del personale interessato che possa chiarire il metodo adottato nella scelta, lasciando così forti rischi di discrezionalità”.
I sindacati ricordano di essere sempre stati “contrari a trasferimenti selvaggi, denunciando il percorso dell’amministrazione regionale sin dalla circolare Pistorio, sui trasferimenti senza una serie e attenta analisi dei fabbisogni e del possibile utilizzo per categoria e uffici di appartenenza”. Cobas-Codir, Sadirs, Siad e Ugl chiedono quindi “una verifica delle graduatorie e la loro aderenza alle circolari assessoriali. Sul personale trasferito – dicono – avremmo auspicato prioritariamente l’utilizzo del personale Resais ed Esa. Chiediamo un chiarimento sul ruolo e sulle funzioni che detto personale andrebbe a svolgere, se sono previste visite mediche per attestare l’idoneità a svolgere le funzioni previste e corsi di formazione per un corretto svolgimento del lavoro”.