CATANIA – E’ stato rinviato il processo contro i tre ex consiglieri provinciali accusati di truffa ai danni dello stato. Oggi doveva aprirsi il dibattimento, ma per un problema “tecnico”, il Tribunale ha aggiornato l’udienza al prossimo 19 febbraio. Sono in tre sul banco degli imputati: l’acese Gianluca Cannavò, eletto nel Pdl e oggi nel coordinamento provinciale di Forza Italia; Sebastiano Cutuli e Antonio Danubio, entrambi eletti sotto le insegne dello scudocrociato e quest’ultimo capogruppo Udc per tutto il mandato quinquennale. Il procedimento riguarda i presunti indebiti rimborsi lavorativi. L’accusa è rappresentata dal Pm Tiziana Laudani. “Attendiamo” ha commentato Antonio Danubio, l’unico dei tre imputati presenti in aula.
L’inchiesta. L’indagine, partita nel 2012, è stata condotta dai militari dalla Guardia di Finanza. Al termine dell’inchiesta la Procura ha contestato ai tre ex consiglieri i reati di truffa aggravata a danno della Provincia Regionale di Catania, per avere attestato rapporti di lavoro inesistenti o compensi per posizioni lavorative diverse da quelle realmente ricoperte, al fine di lucrare il rimborso per permessi retribuiti. Il danno erariale calcolato dalla Procura ammonta in totale a quasi 500 mila euro.
Secondo la Procura Gianluca Cannavò, legale rappresentante della cooperativa Euroservizi, di cui è presidente del cda dal 2001, sarebbe stato, tra il 2001 e il 2004, impiegato di terzo livello con uno stipendio di 950 euro. Nel 2008, dopo l’elezione, sarebbe diventato impiegato di settimo livello con funzioni direttive. Il danno erariale è di circa 240 mila euro per la sua posizione. Per gli avvocati difensori Fabrizio Seminara, Rosario Pennisi e Piero Granata Cannavò è stato il “fulcro e il motore della cooperativa”, a dimostrarlo ci sarebbero anche i “colloqui di lavoro” che l’allora consigliere provinciale presenziava in prima persona.
Antonio Danubio, secondo gli inquirenti, insieme al suo datore di lavoro l’imprenditore Salvatore Nigita avrebbe causato un danno di 170 mila euro. L’ex consigliere provinciale venne assunto alla Consart sas con un contratto a tempo indeterminato, azienda per cui aveva lavorato in precedenza. “Ad oggi – affermò a LiveSicilia l’avvocato Davide Giugno dopo il rinvio a giudizio – Danubio continua a lavorare in questa ditta nonostante la provincia sia già decaduta. Vi lavora dal 1987, quando aveva sedici anni”. Motivi per cui secondo la difesa non ci sarebbe stata all’epoca dell’assunzione nessuna volontà specifica di truffare la Provincia di Catania.
Sebastiano Cutuli, al momento delle contestazioni risultava dipendente della ditta JeV ed ha usufruito, nel 2011, di rimborsi che superano i 3mila euro mensili. La Procura contesta la data di assunzione, avvenuta nel 2010, come impiegato di terzo livello e un presunto danno erariale da 70 mila euro.