PALERMO – Sessantuno milioni di euro l’anno sono troppi: “Quasi l’equivalente di una manovra finanziaria”. Troppi, secondo alcuni parlamentari regionali dell’opposizione che hanno contestato lo stanziamento in favore della Sas, la maxi partecipata della Regione che ingloba i 1.970 dipendenti di Multiservizi, Beni Culturali e Biosphera.
Lo prevedeva inizialmente un emendamento del governo alle variazioni di Bilancio, ma la norma – che serve sostanzialmente a sbloccare il rinnovo del contratto tra Regione e Servizi ausiliari Sicilia, in scadenza il 31 dicembre – è diventata poi una legge a sé stante insieme con tanti altri articoli inseriti nella ‘manovrina’ e stralciati dalla presidenza dell’Assemblea regionale. Dopo le proteste dell’opposizione (ma non solo: alcune perplessità le ha manifestate anche Lino Leanza di Articolo 4, gruppo di maggioranza), quindi, si è deciso di prendersi una “pausa di riflessione” prima di passare all’approvazione del disegno di legge discusso oggi a Sala d’Ercole.
“Un po’ di tempo per concedere al governo una revisione delle somme destinate alla Partecipata – ha proposto Santi Formica della Lista Musumeci – , con un taglio dello stanziamento, anche del 10 per cento, delle somme previste nello stralcio”. I costi per il mantenimento della società, infatti, per Formica “sembrano inverosimili di fronte agli altri servizi finanziati dalla Regione”.
Disponibile ad una revisione della legge anche l’assessore all’Economia Luca Bianchi, presente in aula, che però ha sottolineato come una decisione debba essere presa, e il più velocemente possibile, “per garantire la continuità ai contratti dei quasi 2 mila lavoratori della società”. Nella legge, inoltre, “è già prevista una norma a riduzione dei costi contrattuali – ha spiegato Bianchi – e le somme stanziate non costituiscono una nuova spesa per le casse regionali perché erano già state preventivate nella precedente finanziaria e accantonate come fondi globali”.
Un taglio, tra l’altro, era già stato fatto in sede di preparazione della norma. Rifinanziando il contratto con la Sas, infatti, è stato previsto un taglio della spesa di circa 3 milioni di euro rispetto a quella prevista in passato per le tre partecipate poi confluite. Ma evidentemente non è bastato. Adesso il governo dovrà rivedere lo stanziamento, martedì la legge tornerà in aula. Sta volta, forse, per essere approvata.