PALERMO- Si chiama Samuele Caruso, ha 23 anni ed è incensurato. La polizia lo definisce come il “classico stalker” che non dava pace alla sua vittima, ossessionandola. Ha ucciso. Ha confessato. Ha detto: “Ho perso la testa. Stavamo insieme, ma questa estate mi ha lasciato”. E’ lui l’assassino di Carmela Petrucci, colpita fatalmente da una serie di coltellate per difendere la sorella, che da qualche mese aveva lasciato questo ragazzo più grande: da allora, non ha più avuto pace. Carmela Petrucci, 17 anni, è stata uccisa nell’androne del palazzo in cui abitava con la famiglia, in via Uditore 14. Ferita gravemente la sorella Lucia, di 18 anni, trasportata all’ospedale Cervello: quest’ultima ha subito fatto il nome dell’aggressore, rintracciato dalla polizia alla stazione di Bagheria: stava per partire. E’ stato individuato grazie a una telefonata che aveva effettuato: sono state rintracciate le celle e quindi il luogo in cui si trovava.
Erano le 13,30 quando la nonna delle due sorelle, che frequentavano la stessa classe al liceo classico Umberto I di via Nina Siciliana, le ha lasciate a casa. Quello dell’anziana era un impegno quotidiano: ogni giorno andava a prendere le sue nipoti all’uscita, trascorreva un po’ di tempo con loro e poi, le lasciava a casa per pranzo. Ed oggi, poco prima di entrare nello stabile, le sorelle avevano anche acquistato qualcosa al supermercato che si trova a due passi dal portone: a casa c’era soltanto il fratello, Antonino, e probabilmente avevano comprato qualcosa da mangiare insieme a lui. Non erano ancora tornati a casa, invece, i genitori: il padre lavora alla Corte dei Conti, la madre è impiegata alla Regione. Sono arrivati sul luogo del delitto dopo avere appreso la notizia da alcuni parenti, che hanno accolto il loro strazio abbracciandoli.
Lucia e Carmela, poco prima, avevano avuto il tempo di suonare al citofono, poi è avvenuta la tragedia. L’assassino si è infatti nascosto nell’androne, aggredendole. Carmela si sarebbe intromessa in una discussione animata tra Lucia e l’ex fidanzato, che secondo il racconto di alcune compagne di scuola, avrebbe conosciuto su Facebook l’anno scorso. “Aiuto, aiuto”, ho sentito gridare all’improvviso: a parlare è una signora che si trovava al supermercato proprio durante quei tragici momenti. “Mi sono voltata e ho visto tanto sangue. C’era la ragazza già ferita, poi è immediatamente arrivata l’ambulanza”. Sangue, dolore e lacrime. Un omicidio brutale. Infine, la confessione di Caruso: “Sono stato io”.