Poco rischio, guadagno facile, e dietro c’è la truffa. Una truffa che ha fruttato, nei due anni di attività accertata, circa 150mila euro. La sezione di polizia Giudiziaria della Polizia di Messina ha eseguito tre ordinanze di misura cautelare, siglate dal gip Giovanni De Marco, richieste dal sostituto procuratore Antonio Carchietti, nei confronti di Marilù Catalano, di Enna, 21 anni; di Pasquale Bellìa, 51 anni, di Belpasso (CT), e di un terzo complice, catanese, al momento ancora irreperibile. Il terzetto aveva ideato un sistema semplice per truffare edicolanti e tabaccai delle province di Messina e Catania. Uno dei tre, in genere la ragazza, giovane e dal volto pulito, si presentava all’esercente, al quale chiedeva una ricarica da 500 euro sulla carta postpay.
Poi, per pagare, forniva una carta bancomat, sapendo, però, che la ricarica postpay va pagata in contanti. Come fare, allora, per saldare il suo debito? La giovane invitata il titolare ad accompagnarla al vicino bancomat, ma lì, purtroppo, risultava assenza di liquidità nel conto. A questo punto l’edicolante poteva soltanto fidarsi della carta d’identità che la ragazza gli offriva come garanzia, nell’attesa che lei recuperasse il denaro per pagare. Ma la 21enne, appena fuori, effettuava un prelievo in contanti al primo sportello bancomat e si dileguava. Nel frattempo, però, aveva denunciato lo smarrimento della carta d’identità.
Secondo gli investigatori le truffe messe a segno dal terzetto, nei due anni di attività, sono state circa 15-20 al mese. Per Marilù Catalano , incensurata, il gip ha disposto gli arresti domiciliari. Per Pasquale Bellìa e per il terzo complice, già con precedenti specifici, il carcere.
