Sarebbero più di 1200 i corpi senza vita ritrovati nell’isola indonesiana di Sulawesi, che lo scorso venerdì è stata colpita da un duplice terremoto e uno tsunami. I danni a persone e cose si sono registrati maggiormente nelle città di Palu e Donggala. Si tratta di una delle tragedie più grandi della storia del paese, ma il bilancio sembra destinato ad aggravarsi. Paura in alcuni centri rimasti isolati, dove ancora i soccorritori sono alla ricerca di almeno duecento persone disperse. Dalla Farnesina informano che nessun italiano è rimasto coinvolto.
Intanto, dal Governo indonesiano arriva l’appello agli aiuti da tutto il mondo: “Il disastro che ci ha colpito ha creato le condizioni di un’urgenza internazionale”, ha affermato il presidente Joko Jokowi Widodo.
Ma a rendere la situazione ancora più pericolosa è la concreta possibilità che le scarse condizioni igieniche in cui versa adesso il paese portino delle epidemie. Sulle colline di Poyoba, infatti, sono già state scavate delle fosse comuni di cento metri per seppellire i cadaveri ed evitare emergenze sanitarie.