PALERMO – Antonio Ingroia era un amministratore unico in trasferta perenne. Residenza a Roma e posto di lavoro a Palermo dove ha sede “Sicilia e-Servizi”, poi divenuta “Sicilia digitale”.
Il 16 aprile 2014 l’avvocato Ingroia emana il regolamento che lo riguarda e che prevede gli siano rimborsate anche le spese di vitto e alloggio. Secondo i pm, però, e su questo si basa l’accusa di peculato, una legge del 2006 e una circolare regionale del 2007 prevedevano solo i costi dei viaggi. Da qui la contestazione di peculato mossa a Ingroia in concorso con il revisore Antonio Chisari.
La fetta più grossa delle spese riguardano i soggiorni, anche in suite, negli hotel Villa Igiea, Piazza Borsa, Quinto Canto, Centrale ed Exclesior. Ingroia ha mangiato seduto al tavolo dei ristoranti Sailem, Cucina Papoff, Vecchia Marina (Cefalù), Piatto e Kaffè, Punto Palermo, Hosteria da Vincenzo (Roma), Locanda del Gusto, pizzeria Bellini. Il tutto per un totale di 34 mila euro.