AGRIGENTO – La Cassazione ha annullato la condanna a dieci anni e quattro mesi nei confronti di Raimondo Burgio, 40 anni, per l’omicidio del cognato Ignazio Scopelliti. L’uomo fu ucciso con diversi colpi di arma da fuoco nel centro di Palma di Montechiaro nel 2018. Gli ermellini hanno disposto un processo bis che si dovrà celebrare davanti alla Corte di Appello di Palermo.
La confessione
La nuova composizione, in particolare, dovrà giudicare e valutare la sussistenza delle attenuanti generiche concesse all’imputato in secondo grado. La vicenda risale al novembre 2018. Burgio, al culmine dell’ennesima lite, spara e uccide il cognato davanti l’abitazione della madre. L’uomo confessò il delitto anche alla luce delle immagini estrapolate da una telecamere della zona che riprese tutta l’azione.
Rapporti logori tra vittima e omicida
Alla base dell’omicidio i rapporti ormai logori tra i due parenti e, in particolare modo, i conflitti della vittima con la sorella dell’imputato. In primo grado Burgio fu condannato a 17 anni e 4 mesi. La pena venne poi ridotta in appello in virtù del riconoscimento delle attenuanti generiche e della provocazione. I giudici, nelle motivazioni della sentenza, si pronunciarono così: “L’imputato fu ripetutamente provocato con vilipendi e continue minacce, offese e umiliazioni”. Adesso queste attenuanti, come disposto dalla Corte di Cassazione, dovranno essere nuovamente vagliate da un’altra sezione della Corte di Appello in un nuovo processo. L’imputato è difeso dagli avvocati Salvatore Pennica e Francesco Scopelliti.