“Il rischio-roghi è tanto, i forestali dell’Antincendio sono pochi. Settecento meno del dovuto, con buchi di organico in tutte le province siciliane. I nuovi mezzi per lo spegnimento, intanto, restano una chimera. Se tutto va bene, l’appalto regionale andrà a buon fine a stagione finita”. È la denuncia lanciata dall’Esecutivo della Uila Sicilia, riunito stamattina a Palermo dal segretario generale Nino Marino nella sala del Centro Documentazione e Studi “Gaetano Pensabene”.
L’organismo sindacale è composto anche da Maria Concetta Di Gregorio, Gero Acquisto, Francesco Paolo Guida, Andrea Cavallaro, Enzo Savarino, Fortunato Maio, Giuseppe La Bua, Michelangelo Ingrassia, Giovanni D’Avola, Sebastiano Di Pietro, Tommaso Macaddino, Nino Pensabene, Natale Mascellino. I revisori dei conti sono Salvatore Pinzone, Leonardo Faldo e Piero D’Agristina. “Come ogni estate siciliana – ha sottolineato Nino Marino – la Regione parte tardi e male con l’attività Antincendio. Assurdo ma vero: sono insufficienti persino tute ignifughe e caschi! Gli operai chiamati a svolgere 151 giornate, così, devono restare per settimane negli uffici.
E il reclutamento dei settantottisti (stagionali assunti per 78 giornate, ndr) è tuttora in corso, mentre nelle sedi degli Ispettorati ripartimentali le carenze di personale tecnico e amministrativo penalizza l’impegno di tutti”. Il segretario generale, che ha ricordato come “la Uila sia nella nostra Isola la prima organizzazione nel settore dei lavori agroalimentari per numero di iscritti”, ha aggiunto: “Non finiremo mai di evidenziare che l’Antincendio si fa tutto l’anno, perché non basta spegnere le fiamme nei boschi ma è necessario fare prevenzione con interventi mirati. Questo, però, è uno degli elementi-chiave della riforma forestale, fondata su valorizzazione dei lavoratori e stabilizzazione, che noi rivendichiamo da anni e che il Governo regionale continua a negare alla Sicilia, ai siciliani”.
L’Esecutivo sindacale ha pure annunciato “massima mobilitazione accanto alla Uila nazionale affinché si sblocchino, dopo mesi di inutili attese, le trattative per il rinnovo dei contratti provinciali dei braccianti agricoli”. Nino Marino ha spiegato: “Nel nome di Adnan Siddique, per il quale abbiamo chiesto giustizia scendendo in piazza a Caltanissetta, e di tutte le vittime del caporalato noi proponiamo alle associazioni datoriali la sottoscrizione di regole che assicurino un mercato del lavoro trasparente. Capace di dare una spallata a sfruttamento e sfruttatori. Questo è possibile farlo con il pieno coinvolgimento degli enti bilaterali (formati da rappresentanti di sindacati e imprenditori, ndr)”. Marino ha, quindi, sottolineato: “La firma del nuovo contratto rappresenta un atto doveroso di riconoscimento verso lavoratori che in questi mesi tra tante difficoltà non si sono mai fermati, garantendo cibo al Paese in emergenza Covid”.