PALERMO – Un anno di rimonte, successi e gioie. Giuseppe Iachini supera il traguardo dei 365 giorni sulla panchina del Palermo, “impresa” che nell’era Zamparini è riuscita soltanto a due mostri sacri come Francesco Guidolin e Delio Rossi. Non serve tirar fuori l’elenco degli allenatori durati un amen col presidente friulano per capire il significato di un risultato simile. Una permanenza cementata non solo dalle vittorie, che hanno portato il Palermo ad infrangere record su record nel campionato di serie B, ma anche da una fiducia nei confronti del tecnico marchigiano che col passare del tempo si è resa sempre più solida, come confermato dallo stesso Zamparini quando sono uscite le prime voci su un possibile esonero.
Era arrivato tra lo sconforto generale, dopo il fallimento di Gattuso nelle prime giornate di un campionato che doveva essere solo una passeggiata per il Palermo. I rosa si trovarono tredicesimi dopo otto giornate di campionato e Zamparini non ha potuto attendere oltre. A guidare una squadra mentalmente smarrita arriva una persona di fiducia del presidente, già avuto sotto mano ai tempi di Venezia, e letteralmente implorato per risollevare una situazione nera. La paura di non centrare l’immediata promozione passa dopo poche settimane grazie alla “cura Iachini”: l’esperienza di un tecnico con alle spalle tre promozioni in massima serie si fa notare sin dalla prima partita alla guida dei rosa, vinta con autorità contro una Juve Stabia disastrata, ma anche col coraggio di lanciare un giovanissimo come Verre dal primo minuto.
Ma il suo merito principale, parlando di singoli, è quello di aver recuperato dal dimenticatoio il talento cristallino di Franco Vazquez. Acquistato, scartato, tagliato e infine rigenerato dal tecnico marchigiano, il trequartista argentino è diventato l’uomo in più del Palermo schiacciasassi in serie B, e ora guarda tutti dall’alto nella classifica marcatori della serie A. Un altro giovanissimo, quell’Andrea Belotti che sta stupendo tutta l’Italia calcistica, trova la sua affermazione proprio con Iachini. Lanciato nella mischia a Brescia, poi ancora contro il Siena e infine diventato titolare dello schiacciasassi della serie B. Gol pesanti e intuizione straordinaria dell’allenatore rosanero, capace di centellinare quando possibile un talento assoluto, e di lanciarlo quando indispensabile. Una linea tenuta anche in massima serie, con le prime partite di “attesa” in panchina, fino all’exploit di Napoli, ancora una volta grazie ad una gestione perfetta da parte di Iachini.
E quella di Napoli, seppur senza vittoria, è solo l’ultima di una serie di grandi prestazioni del Palermo targato Iachini: dall’emozionante vittoria di Siena all’ultimo secondo all’1-0 di Novara che ha segnato la matematica promozione col record di cinque turni di anticipo, passando per le dieci trasferte vinte (altro record di Iachini) e i sei punti nei due derby col Trapani, un inedito in serie B. Il pareggio casalingo col Crotone consegna a fine stagione quello che forse è il record più bello del suo Palermo, gli 86 punti in classifica, uno in più di Juventus, Sassuolo e di quel Chievo che guidò nel 2007/08. Iachini che supera Iachini, nell’anno più entusiasmante della sua carriera.
Ma la vera sfida di Iachini si chiama serie A. È lì dove non è mai riuscito a salvarsi, dove nessuna squadra gli ha mai dato tempo, che Iachini vuole piantare radici. Ed è con una società storicamente impaziente nei confronti dei suoi allenatori che Iachini vuole provarci. Una sfida nella sfida, che al momento sembra procedere con pochi intoppi. Iachini ha la fiducia del Palermo, ma ancor di più Iachini ha fiducia nel suo Palermo, che nonostante l’addio di pezzi da novanta come Lafferty ed Hernandez vuole dire la sua per una salvezza tranquilla. Con la Lazio cercherà la prima vittoria in campionato, per festeggiare con i suoi tifosi il primo “compleanno” da allenatore rosanero. E anche se la cabala non può dare conforto, Palermo spera che possa arrivare alla seconda candelina.