Non hanno voglia di parlare gli amministrativi della Spo esclusi dalla stabilizzazione dalla finanziaria regionale ma un pensiero lo vogliono ‘gridare’: “Abbiamo gestito persone che ricevevano un sussidio e le abbiamo fatte lavorare. Ora loro sono a casa e continuano a prendere lo stesso sussidio. Noi siamo a casa e non prendiamo più un euro”.
Inutile chiedere loro spiegazioni sulla vicenda, dietro ci sarebbero solo “giochi politici”. Che i loro ‘padrini’ siano meno influenti di altri? “Questo non lo sappiamo – rispondono – ma il punto è un altro. Abbiamo lavorato seriamente, abbiamo portato avanti progetti e abbiamo fatto crescere professionalmente queste persone. Una cosa per niente facile”.
La loro incredulità cresce quando la loro società viene messa a paragone con altre municipalizzate. “Non si capisce come tolgono linfa all’unica società comunale che ha dimostrato di essere in grado di portare avanti i progetti senza fottersi soldi. Noi non siamo come l’Amia”.
Resta il controsenso di lavoratori, impiegati anche a pulire scuole, spiagge e giardini, che adesso non lavorano più continuando a ricevere lo stesso sussidio.
