PALERMO – Quella laurea non è valida in Italia. Ed è stata conseguita in appena sei mesi. La Regione ha “rilanciato”. E sulla vicenda riguardante l’ormai ex presidente del Parco delle Madonie Angelo Pizzuto, è passata dalla “sospensione cautelare” della carica all’avvio della revoca di quella nomina. Una revoca fondata non più e non tanto sulla questione del viaggio in Canada a spese della pubblica amministrazione (un viaggio al quale lo stesso Pizzuto non ha partecipato), bensì sui titoli in possesso dell’ex presidente.
È quanto emerge dai documenti depositati dall’assessorato Ambiente al Tar di Palermo. E sulla base dei quali, i giudici hanno respinto la richiesta di sospensiva avanzata dallo stesso Pizzuto, assistito dall’ex assessore Gaetano Armao che replica: “La Regione ha cambiato le carte in tavola all’ultimo momento. Ed è strano che, in alcuni casi, il governo affermi che i ‘titoli si guadagnano sul campo’ e poi non riconosca quelli conseguiti all’estero. Ricorreremo al Cga, questo è solo il primo tempo”.
Dai documenti presentati dalla Regione, in effetti, emerge un quadro paradossale. Pizzuto, infatti, non disporrebbe dei titoli per svolgere il ruolo di presidente di un ente regionale. Titoli che non sarebbero stati in possesso, ovviamente, nemmeno all’atto della nomina, voluta dall’allora assessore Alessandro Aricò, componente della giunta di Lombardo.
“Dalla verifica dei requisiti – si legge in una lettera firmata dal dirigente generale del dipartimento Ambiente Tano Gullo – e dell’iter di formazione del provvedimento di nomina, gli uffici competenti hanno rilevato delle significative anomalie, in quanto dalla documentazione trasmessa dalla segreteria generale della Presidenza della Regione Siciliana sembrerebbero non sussistere i requisiti di legge”. Gullo fa riferimento in particolare a due leggi regionali (una del 1981 e un’altra del 1997) secondo le quali “le persone da nominare o designare ai sensi della presente legge, oltre ai requisiti specifici stabiliti dalle norme vigenti e dagli ordinamenti degli enti interessati, devono essere in possesso di: titolo di studio adeguato all’attività dell’organismo interessato; esperienza almeno quinquennale scientifica ovvero di tipo professionale o dirigenziale o di presidente o di amministratore delegato maturata in enti o aziende pubbliche o private di dimensione economica e strutturale assimilabile a quella dell’ente interessato dallo svolgimento dell’incarico; oppure qualifica di magistrato ordinario, amministrativo o contabile in quiescenza o di docente universitario di ruolo anche in quiescenza”.
Secondo la Regione, Pizzuto non sarebbe stato in possesso di questi requisiti. A cominciare dal titolo di studio. E qui, la vicenda si tinge di giallo. “Agli atti – si legge sempre nel documento della Regione – risulta prodotto quale titolo di studio posseduto dal Sig. Angelo Pizzuto fotocopia non autenticata ai sensi di legge di un documento (in lingua inglese) verosimilmente rilasciato dalla La Salle University di Mandeville negli U.S.A., dal quale sembrerebbe che il medesimo abbia conseguito il titolo di “The degree of juris doctor” a seguito di un corso di studi che dalla altra documentazione (in lingua inglese) allegata sembra abbia avuto una durata di circa 6 mesi; da tali documenti – prosegue la lettera – non è possibile evincere il valore del titolo di studio conseguito all’estero, poiché dai documenti non risulta l’ equipollenza e la conformità del titolo estero con la normativa italiana e nemmeno una convenzione in tal senso dell’Università emittente il titolo estero con un Ateneo italiano; come è noto i titoli di studio conseguiti all’estero non hanno valore legale in Italia”.
Insomma, secondo il dirigente generale, Pizzuto avrebbe dichiarato un titolo di studio non valido in Italia. “La mancata o omessa produzione del provvedimento di equipollenza – si legge infatti – inficerebbe quanto autocertificato sia nel curriculum professionale prodotto che nella dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. I restanti requisiti professionali dichiarati, – prosegue la nota – parrebbero, inoltre, non confacenti con la tipologia di incarico conferitogli, sia per natura e materia che per dimensione delle strutture paragonate”. Ma non è tutto. La nomina di Pizzuto, secondo la Regone sarebbe stata viziata da un altro elemento. “Dall’esame dell’iter di nomina non risulta acquisito il parere della competente Commissione Legislativa dell’Ars,, nei casi di nomina dei soggetti esterni all’amministrazione regionale, non essendo il sig. Angelo Pizzuto inserito nel Rud (Ruolo Unico Dirigenti della Regione Siciliana), anche prendendo in considerazione il parziale periodo di tempo prestato presso gli uffici di diretta collaborazione dell’assessorato al territorio e all’ambiente”.
Ma Pizzuto, attraverso i suoi legali, promette battaglia: “Il Tar Sicilia ha respinto – dice Gaetano Armao – la domanda di sospensione proposta dal dott. Pizzuto, e, pur non entrando nel merito, si è limitato a prendere atto che l’amministrazione ha cambiato le ‘carte in tavola’ 48 ore prima dell’udienza. Il provvedimento impugnato (che ha sospeso sine die il presidente dell’Ente Parco delle Madonie), infatti, – aggiunge Armao – era stato motivato (con roboante conferenza stampa di Crocetta, ma di questo è già investita la Procura della repubblica ) per presunte e mai dimostrate trasferte del dott. Pizzuto in Canada”.
Ma il Canada, oggi, è lontano. “A poche ore dall’udienza – prosegue infatti Armao – abbiamo scoperto che l’assessorato ha abbandonato la prima tesi ed avviato il procedimento per la revoca dello stesso dott. Pizzuto per una presunta carenza di requisiti alla nomina. Nonostante l’onorevole Crocetta predichi che i requisiti ‘si conquistano sul campo’, questo non è il caso del dott. Pizzuto che ha conseguito da anni una laurea negli Usa. Quindi anche questo nuovo motivo è destinato ad essere confutato, facendo emergere la pretestuosità del comportamento della Regione. L’ordinanza – conclude Armao – è illegittima, per eccessiva accondiscendenza alle surrettizie ragioni dell’Amministrazione, e sarà immediatamente impugnata al Cga. La partita è ancora al primo tempo”.