Il punto è tanto semplice quanto carico di apprensione: ora che ci stiamo vaccinando (finalmente) in massa, le varianti del Covid – ogni virus muta – potrebbero mettere in crisi la crescente immunizzazione? Al momento sappiamo che i vaccini offrono una buona risposta, con una protezione efficace. Anche la temuta variante indiana sarebbe davvero pericolosa in presenza una sola dose. Si tratta di conclusioni approssimative, che si basano sull’esperienza e che mancano di certezze. E’ naturale che sia così. Il Coronavirus modifica velocemente tutto, in una corsa continua che ci costringe a correre di più, per fermarlo.
L’attenzione sulle varianti
“Noi ci stiamo organizzando proprio per le varianti che sono diventate il rischio centrale – dice la professoressa Francesca Di Gaudio (nella foto), responsabile del CRQ (Centro regionale di qualità) -. I positivi sono diminuiti, per cui abbiamo una maggiore possibilità di osservare la situazione. L’attenzione massima è sulle forme che può prendere il Covid. Sono stati individuati dei centri di elaborazione in tutta la Sicilia che saranno il riferimento delle province per i casi di variante, anche sospetti. I laboratori dovranno inviare i tamponi con precisione, specificando tutti i dati, proprio perché il controllo deve essere assoluto”.
Le varianti in Sicilia
“Le percentuali in Sicilia sono sempre le stesse – dice la professoressa Di Gaudio -. La variante inglese è quella predominante, come ovunque, poi ci sono la brasiliana, la sudafricana e la nigeriana. Dopo l’unico caso di indiana a inizio maggio non non ne abbiamo riscontrati altri. Non significa che non ci siano, ma che non sono stati scoperti”.
Le infezioni nonostante il vaccino
“Si verificano delle infezioni gravi nonostante il vaccino – spiega la professoressa -. Stiamo seguendo la vicenda di una anziana gravissima, ricoverata all’ospedale ‘Cervello’, nonostante la doppia dose di Pfizer. Può succedere, certo, ma stiamo monitorando l’andamento. Più informazioni ci sono, più ne sappiamo e meglio è. Sappiamo, per esempio, che potrebbero svilupparsi forme resistenti al vaccino, ogni virus cambia per cercare di sopravvivere. Ecco perché mi pare opportuna la discussione in atto sulla terza dose”.
La Sicilia ‘zona bianca’
Gli ultimi bollettini offrono margini di sicurezza collettiva, per fortuna. E lasciano spazio alla speranza. “C’è una diffusa cultura del vaccino in Sicilia, anche nelle fasce giovanili – ha detto il presidente Musumeci -. L’apertura ai giovani ha prodotto una grande crescita nelle somministrazioni: nei primi giorni di avvio, il portale ha registrato ben 120mila richieste. Ed è una stagione davvero felice: se continua così e se avremo vaccini a sufficienza, pensiamo che entro settembre sarà immunizzata la stragrande maggioranza dei siciliani”.