Vendita ceri, la proposta choc: |"Chiedere la carta d'identità" - Live Sicilia

Vendita ceri, la proposta choc: |”Chiedere la carta d’identità”

Anche se nel complesso il bilancio è positivo l'edizione 2016 della festa di Sant'Agata avrebbe ancora qualche criticità. “Alla base c’è il comportamento di centinaia portatori di ceri accesi e quello di altrettanti venditori abusivi lungo il percorso”.

Il comitato per la legalità
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CATANIA – “Si può fare ancora di più”. Fa il punto sulla festa di sant’Agata 2016 il Comitato per la legalità oggi in conferenza stampa all’ex monastero dei Benedettini. A due settimane del 5 febbraio e a una dall’ottava, si torna a parlare delle celebrazioni dedicate alla patrona catanese. Una data, quella di stamani, volutamente differita – come spiega Renato Camarda, attivista di Libera e volto dello stesso comitato – “affinché, soprattutto dell’organizzazione, non se ne parli soltanto a gennaio e l’attenzione resti accesa”. Già, perché se da un lato l’edizione di quest’anno ha fatto registrare dei segnali significati in “termini di maggior coordinamento tra le varie forze dell’ordine”, accompagnati anche dall’esordio, ritenuto positivo, del Comitato per la Festa presieduto da Francesco Marano, sul piatto restano delle criticità.

“Anche quest’anno bisogna registrare che la santa è rientrata in Cattedrale dopo mezzogiorno”. Il nodo dei tempi delle processioni resta ancora ingarbugliato. “E dire – dice Camarda – che i tempi della processione del quattro hanno fatto registrare anche un anticipo di due ore; il cinque purtroppo si è perso quanto si era guadagnato”. Il motivo? “Alla base c’è il comportamento di centinaia portatori di ceroni accesi e quello di altrettanti venditori abusivi lungo il percorso”. Su questi ultimi, Lorenzo Costanzo, vicepresidente nazionale della Cna, snocciola i numeri: “Sono andati in fumo – dichiara – 30mila euro di mancati introiti riguardanti il suolo pubblico. La nostra proposta è sempre quella di procedere a licenze provvisorie per arginare il fenomeno e contrastare l’evasione”.

La sfida ai portatori dei ceroni accesi resta un simbolo. E non solo che perché l’ordinanza emessa dal Comune è di fatto sistematicamente elusa; ma nel martirologio della festa c’è che sei anni fa moriva Andrea Capuano a causa dei residui di cera sulla via Etnea. Il comitato per la legalità in tal senso propone una misura choc, quella ciò di considerare la registrazione della carta d’identità al momento dell’acquisto dei ceroni, “in particolare per le ordinazioni che abbiano un peso considerevole”. Il tutto però all’interno di una filosofia che possa “offrire ai portatori di ceroni alcune concessioni in cambio di alcuni cambiamenti”.

Un tema che rischia di aprire un vespaio. Ed è a forse questo – definendolo magari “un’ampia riflessione” – ciò che in ambienti vicini al comitato per la legalità, ma anche in ambiente ecclesiastico, vorrebbero. Ne ha parlato oggi Resi Ciancio della fondazione Giuseppe Fava: “Immagino una festa più popolare, più democratica, che sappia portare anche a dei cambiamenti al suo interno”. In oggetto c’è di procedere a un cambio di percorso che sia capace di portare la santa anche a San Giorgio e Librino, riconoscendo così che le mura della città non sono più quelle del XVII secolo. Ma anche di ripensare, se non cancellare, il passaggio in via Caronda, uno degli imbuti della processione. In conferenza stampa si è riflettuto anche sulla possibilità futura di estendere la festa anche al sei febbraio, implementando le potenzialità turistiche della festa. Non un tabù, insomma. “Potrebbe essere una proposta ammissibile – conclude Camarda – purché sia nel segno delle regole e della trasparenza. Per ora,però, il faro di ogni nostra proposta resta il raggiungimento della piena legalità in tutti gli aspetti della festa”.

 


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