Stop alla trattativa per la cessione o di 56 punti vendita a marchio Forté. A renderlo noto è la Fisascat Cisl. “Appena inviata alle organizzazioni sindacali comunicazione a firma congiunta di Meridi e Apulia Distribuzione con la quale comunicano che la procedura per l’affitto dei 56 punti vendita a marchio Forté si interrompe – spiega Mimma Calabrò, segretario regionale Fisascat Cisl -. Tale determinazione scaturisce dal fatto che Meridi avrebbe depositato, presso il Tribunale di Catania e come si apprende dalla comunicazione, istanza per essere ammessa all’amministrazione straordinaria e si trova, pertanto, in attesa della nomina dei relativi organi.
La notizia è una doccia fredda per i lavoratori che speravano in una veloce e positiva risoluzione della vicenda – prosegue – auspicavamo che nell’incontro che si sarebbe dovuto svolgere oggi si sarebbe potuta fare sintesi fra le posizioni assunte da parte aziendale e quelle del sindacato, nel superiore interesse dei lavoratori. Purtroppo – continua la sindacalista – quanto comunicatoci oggi, stravolge completamente gli scenari. I tempi, molto probabilmente, si allungheranno”.
“L’unica notizia che appare positiva è che il Gruppo Apulia manifesta ancora il proprio interesse per 56 punti vendita a marchio Forté e continuerà, pertanto, la trattativa con gli organi che saranno nominati per la procedura. Una situazione alquanto complessa e delicata quella che coinvolge circa 500 lavoratori che, ora più che mai, si trovano nello sconforto. Meridi, intanto, faccia l’impossibile almeno per corrispondere ai lavoratori le numerose mensilità arretrate. Di fatto, non trattandosi più di concordato preventivo ma di procedura fallimentare, le somme non sono più soggette al congelamento previsto dal piano di ristrutturazione.
La situazione drammatica che coinvolge i lavoratori siciliani e le loro famiglie – conclude Calabrò – si aggiunge ai numeri che sanno di bollettino di guerra considerato che tantissimi sono i lavoratori che vivono oggi situazioni di precarietà e incertezza. Auspichiamo, dunque, non soltanto che la trattativa riprenda quanto prima ma anche che possano essere salvaguardati tutti i livelli occupazionali”.