RAMACCA (CATANIA) – Spuntano nuove chat in lingua romena, che potrebbero aprire nuovi scenari nell’inchiesta sulla morte di una giovane di soli 25 anni. Vera Schiopu era una bella ragazza, moldava, fidanzata con un romeno, Georghe Ciprian Apetrei, con cui viveva e lavorava in campagna.
Lui per i carabinieri l’avrebbe uccisa il 19 agosto scorso, inscenando poi un suicidio. Ma le chat rinvenute hanno indotto la Procura di Caltagirone, che coordina l’inchiesta dei militari della compagnia di Palagonia, a prorogare l’inchiesta. È questione di pochi giorni, però, anche perché Apetrei – che fu arrestato il giorno del delitto – presto potrebbe uscire per decorrenza dei termini.
La proroga
Sta di fatto che la Procura ha chiesto e ottenuto una proroga per tradurre le chat di Vera. Quelle sue frasi, alcune delle quali risalirebbero proprio al giorno del delitto, potrebbero inchiodare il fidanzato, o, chissà, anche provare a dare un senso a un’eventuale scelta autolesionistica.
L’ipotesi che la ragazza si possa essere tolta la vita, invero, è presa in considerazione anche nella relazione medico-legale. Tuttavia i consulenti del pubblico ministero concludono che la ragazza era troppo ubriaca per riuscire da sola a compiere un gesto estremo, questo nonostante nella corda non sarebbero emerse tracce del dna di terze persone.
Le chat in romeno
Le prossime indagini riguardano, come detto, l’elaborazione e la traduzione delle chat dal romeno, poi l’individuazione dei dati delle celle di aggancio dei telefonini delle persone coinvolte nell’inchiesta.
Indagati al momento sono Apetrei e anche un suo amico, Costel Balan, che è stato scagionato dal Riesame, anche perché ha un alibi. Fra le 13 e le 17,30 di quel pomeriggio lui era lontano. Ci sono testimoni e tracce lasciate dal suo telefonino che lo dimostrano.
Gli indagati
Il giovane Balan fu rimesso in libertà praticamente subito. I due indagati sono difesi dagli avvocati Alessandro e Michela Lapertosa. Ad ogni modo appare evidente che si preannuncia battaglia, tra accusa e difesa, alla luce di quanto è emerso.
Il vero colpo di scena dell’autopsia, si ricorda, è il fatto che Vera sarebbe realmente morta per soffocamento con la corda, cosa che all’inizio sembrava impossibile. Sembrava una messa in scena per la posizione della vittima, trovata per terra con la corda al collo.
Le tracce di sangue
La ragazza, va ricordato, aveva tracce di sangue, forse come conseguenza di una lite, o forse di un’aggressione. E dal canto suo Apetrei non ha mai fornito una sua versione dei fatti, piuttosto resta in cella in silenzio. Le sue ultime parole, rivolte a Balan, sono state: “L’ho trovata così”. Poi l’amico ha dato l’allarme.
L’inchiesta è stata coordinata dai magistrati Alberto Santisi e Alessandro Di Fede della Procura calatina. L’ultimo mistero è legato all’ipotetica presenza nella campagna dov’è morta Vera di una quarta persona. Indiscrezioni vicine alla difesa affermano che un terzo uomo sarebbe stato presente tutto il tempo, quel maledetto pomeriggio.