"Vi racconto l'inferno di Palagonia, |mio figlio vivo per miracolo" - Live Sicilia

“Vi racconto l’inferno di Palagonia, |mio figlio vivo per miracolo”

L'orrore, attimo per attimo. L'INTERVISTA VIDEO. 

PALAGONIA – Una tavolata tra amici e parenti. Le risate di una serata d’agosto spente dallo stridere di un’auto in corsa. Via Savona venerdì sera, per alcuni minuti, si è trasformata in un girone dell’inferno. Gaetano Fagone, qualche problema psichico e un divorzio alle spalle, si sarebbe infastidito per quell’aria festosa sotto casa. Zia Maria, 87 anni, non ha avuto il tempo di capire. La Fiat Punto lanciata a tutta velocità l’ha travolta e uccisa. L’auto killer è stata ritrovata abbandonata in campagna. Del 52enne, invece, nessuna traccia. Ma i carabinieri di Palagonia, coordinati dalla Procura di Caltagirone, hanno un solo obiettivo: arrestarlo.

In via Savona ci sono ancora i resti della serata degli orrori. Pezzi di sedie divelte. Cibo schiacciato dai pneumatici. Tracce di sangue. C’è anche chi fissa incredulo i cocci della tragedia.

Alessandro è il papà del piccolo di nove mesi che si è salvato. Un vero miracolo. Si toglie gli occhiali da sole quando cerca di trovare le parole per raccontare gli attimi dell’inferno che ha vissuto. “Non ci sono parole”, sussurra scuotendo la testa. “Abito qui da 15 anni e non so nemmeno che voce ha questa persona”, spiega il giovane papà. “Mai avuto un diverbio”, aggiunge andando avanti e indietro.

“Correva a 120 chilometri all’ora”, racconta indicando il punto esatto da dove è arrivata la Fiat Punto con Gaetano Fagone al volante. “Meno male che c’era quella macchina nera che lo ha bloccato”. Quell’auto ha rallentato la corsa della Fiat Punto. E forse ha evitato la strage. Ma nonostante il rallentamento dovuto alla macchina nera, Gaetano Fagone ha centrato in pieno la tavola apparecchiata. “Mia zia è stata la prima a subire il colpo perché era seduta a capotavola, dopo c’era mia mamma e subito dopo c’ero io – racconta Alessandro – ho capito subito che per mia zia non c’era nulla da fare”. “L’ho visto fare avanti e indietro almeno tre volte”, aggiunge. “C’era sangue ovunque”, racconta con gli occhi increduli.

Dopo l’impatto violentissimo Alessandro ha cercato sua moglie e il suo piccolo di 9 mesi. “Il mio unico pensiero era per mio figlio che era qui – racconta indicando un punto preciso di via Savona – ed è stato sbalzato fino al marciapiede, fortunatamente non è uscito dal girello ed è finito qui – dice indicando un muro di pietra della palazzina – si è graffiato tutto, ha subito un trauma cranico”. Gesticola Alessandro, mentre la moglie con la testa fasciata lo aspetta sull’uscio di casa.

Scuote la testa il giovane papà. “All’inizio ho pensato si fossero rotti i freni. Ho capito quello che era veramente successo solo quando ero in ambulanza con mia moglie”, dice.

Palagonia è attonita. Attende una sola notizia: la cattura di Gaetano Fagone. “Stanno facendo le ricerche di questa persona, se così si può definire”, mormora Alessandro prima di entrare in casa, incapace di continuare a parlare. Incapace di tornare a rivivere quegli attimi infernali.

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