PALERMO – Pensare di accostare l’effetto Baccaglini alla sconfitta maturata da una squadra costruita (anzi, depotenziata) da Zamparini sarebbe esercizio sterile e ingeneroso. Il Palermo soccombe, come da programma, al cospetto di una Roma nettamente superiore sotto ogni punto di vista, benché reduce da tre stop di fila. Ai giallorossi basta e avanza una prestazione lineare per avere ragione della squadra di Lopez, volenterosa ma pur sempre costretta a fare i conti con quei limiti strutturali oramai arcinoti: retroguardia fragile, linea mediana in seria difficoltà quando si rende necessario imbastire l’azione e attacco spuntato, Nestorovski escluso. Il bomber, peraltro, era riuscito ad andare a segno dopo pochi minuti ma l’assistente del signor Rocchi non ha esitato nel segnalare il fuorigioco per un inesistente tocco di Aleesami negando, in un sol colpo, vantaggio al Palermo e regalo di compleanno al macedone. L’infinito numero di rimonte con cui i rosa hanno dovuto fare i conti sino a questo momento del campionato, tuttavia, non può dare adito a recriminazioni di sorta.
Detto della presenza di Baccaglini allo stadio, meritano attenzione le scelte adottate da Diego Lopez per affrontare la Roma. La bocciatura di Posavec, con l’inserimento dell’esordiente Fulignati dal primo minuto, sa tanto di soluzione scevra da pressioni presidenziali, alle quali Zamparini (con la complicità di Curkovic) aveva invece abituato nelle battute finali della sua esperienza da numero uno del club di viale del Fante. Il portierino empolese, all’esordio in serie A, è riuscito nel compito di non far rimpiangere il compagno di ruolo croato: nulla di trascendentale, qualche responsabilità sui tre gol incassati forse c’è anche, ma pur sempre meglio del Posavec di Torino. Possibile una conferma nel novero dei titolari anche nelle prossime settimane. L’altra scelta di Lopez che induce a una riflessione è quella di togliere un inguardabile Embalo al termine del primo tempo per inserire Diamanti, la cui presenza in campo ha garantito un minimo di vivacità in avanti. Giusto per non andare troppo indietro nel tempo, contro il Torino l’ex azzurro era entrato a cinque minuti dal 90′ e col risultato già compromesso.
Quanto al discorso salvezza, se il Palermo non fa progressi ci pensa l’Empoli, sconfitta dopo sconfitta, a mantenere accesa la fiammella della speranza: il distacco rimane di sette punti e il calendario nelle prossime due settimane (tre, considerato l’impegno della Nazionale con l’Albania proprio al “Barbera”) dà una mano ai rosanero. Nestorovski e compagni dovranno vedersela contro l’Udinese in trasferta e il Cagliari in casa. Per i toscani, invece, sfide proibitive con Napoli e Roma. Approfittarne significherebbe riaprire il discorso, per poi giocarsi il tutto per tutto nelle ultime otto gare. Teoremi e ipotesi che rischiano di rimanere parole consegnate al vento se non arrivano i risultati. In attesa di vedere quel che accadrà da qui al 30 aprile, con il tanto atteso passaggio di consegne tra Zamparini e Baccaglini, con quest’ultimo chiamato a smentire con i fatti insinuazioni e critiche solo parzialmente mitigate dall’esposizione mediatica che ne ha contraddistinto la prima settimana palermitana. Nonostante le 19 sconfitte sin qui rimediate e una classifica deprimente, curiosità e speranza tornano a riavvicinarsi ai colori rosanero. Già questa è una notizia.