PALERMO – Era stato sospeso per sei mesi, e senza stipendio. Ora è stata archiviata l’inchiesta a sua carico. Un’inchiesta che si lega con quella ancora aperta per l’omicidio colposo di una donna. Intanto cade l’accusa di abuso d’ufficio per Francesco Mazzola, chirurgo plastico dell’ospedale Villa Sofia. L’archiviazione è del giudice per l’udienza preliminare Maria Pino.
A Mazzola, l’allora commissario straordinario dell’ospedale, Giacomo Sampieri, contestò la violazione del contratto di lavoro. Il chirurgo avrebbe eseguito un intervento fuori dalle mura dell’ospedale senza alcuna autorizzazione. Si trattava dell’escarectomia eseguita, a casa della paziente, sulla gamba di Giovanna Mesia, la donna che sarebbe poi deceduta in ospedale.
“Una prestazione occasionale urgente che non necessita di alcuna autorizzazione da parte dell’azienda”, si è difeso Mazzola, assistito dall’avvocato Giuseppe Gerbino. “Avevamo avuto ragione – dicono i rappresentanti del sindacato Cimo – a schierarci con Mazzola che venne ingiustamente sospeso. Crediamo che adesso l’Azienda dovrebbe risarcirlo per il danno di immagine”.
La storia di Giovanna Mesia si è purtroppo conclusa tragicamente. La pensionata di 68 anni morì nel reparto di Rianimazione dopo che i medici avevano tentato di ricostruirle la parte della gamba dove un mese e mezzo prima le era stata asportata una piaga da decubito. La gamba non guariva e la signora era tornata al pronto soccorso. Da qui il ricovero nel reparto di Chirurgia plastica per un innesto cutaneo nella gamba ormai malata, la diagnosi di setticemia, l’aggravamento e la morte.
Per il decesso della donna è stata aperta un’altra inchiesta che vede coinvolto Mazzola assieme ad altri sanitari. Il chirurgo sul punto ha sempre sostenuto di non avere alcuna responsabilità e che le colpe vanno cercate altrove visto che “ho visto la paziente un’unica volta”. L’indagine è ancora in corso come lo sono le altre che riguardano l’ospedale palermitano e che coinvolgono primari, medici ed ed ex commissari.