PALERMO – Hanno atteso per quattordici anni. Invano. Avevano inviato la propria istanza. I loro titoli erano stati raccolti, esaminati, valutati. Era stata persino stilata una graduatoria di ammessi ed esclusi. Hanno atteso quattordici anni, infine, per sentirsi dire “quel bando è revocato”. Abbiamo scherzato. La vicenda che apparirebbe surreale se solo non ci trovassimo in Sicilia, riguarda venti aspiranti “dirigenti tecnici” della Regione. Vincitori di pubblico concorso. Ma lasciati nel freezer di una selezione che non porterà mai a nulla. Mentre negli anni, alla Regione entravano precari di tutti i tipi. E soggetti esterni alla pubblica amministrazione, cooptati per chiamata diretta, finivano per ricoprire anche ruoli apicali.
Loro no. Sono vincitori. Ma hanno perso. E chissà quanti, di quei venti antopologi vincitori di concorso, nel frattempo si sono stancati, hanno rinunciato, hanno dato vita a nuove attività. La storia, come detto, affonda le radici nel lontano 2000. Tra marzo e aprile l’assessorato ai Beni culturali pubblica una serie di avvisi. Diciannove, in tutto. La Regione va alla ricerca di 797 tra dirigenti e funzionari. Antropologi, archeologi, architetti, archivisti, blibliotecari, bliblioteconomi, chimici, etnolinguisti, fisici, geologi, ingegneri, naturalisti, paleografi, storici dell’arte, addetti al laboratorio di informatica e tecnici, documentaristi, geometri, restauratori. La pubblica amministrazione cerca nuovo personale. Quasi 800, appunto. Un concorso che fa gola a mezza Sicilia. E non a caso, arrivano la bellezza di 376.749 istanze.
Tra quegli ottocento, come detto, ecco che la Regione cerca anche antropologi. Venti, per la precisione. E in breve (si fa per dire) ecco piovere le richieste. Alla fine saranno 4.634. Così, le procedure per stilare la graduatoria sono lunghe. Ma alla fine si arriva alla “graduatoria provvisoria”. I venti posti sono racchiusi tra i nominativi di Tommaso Gambaro e Vincenza Vallone. Pronti, quei venti concorrenti, a essere assere assunti alla Regione.
Ma da quel momento, tutto si ferma. Anzi, le cose si complicano. Fin dall’inizio. Quando l’introduzione della famigerata “legge 10 del 2000” muta le qualifiche alla Regione, sopprimendo, di fatto, quella di dirigente tecnico, e dando vita così a una “confusione interpretativa” (vanno equiparati ai dirigenti? Ai funzionari direttivi?). Poi, ecco le leggi nazionali, il patto di stabilità che introduce “vincoli assunzionali e cogenti vincoli finanziari e di bilancio”, fino alle norme regionali che introducono e ribadiscono il blocco delle assunzioni.
Allora che si fa? Il governo Crocetta ha deciso finalmente di prendere “il toro per le corna”. “La revoca di un bando di concorso pubblico – si legge nel decreto del dirigente generale della Funzione Pubblica, Luciana Giammanco – rientra nei normali e ampi poteri discrezionali della Pubblica amministrazione che, fino a quando non sia intervenuta la nomina dei vincitori, può provvedere in tal senso”. Ma non solo. Nel frattempo – siamo all’attualità, cioè al maggio scorso – il Tar si esprime sul ricorso di uno dei concorrenti che aveva richiesto di accertare l’inerzia dell’Amministrazione. E i giudici amministrativi, effettivamente, dichiarano “l’illegittimità del silenzio e l’obbligo dell’Amministrazione intimata di pronunciarsi con un provvedimento espresso” entro sessanta giorni.
E proprio allo scadere dei sessanta giorni, la Regione si esprime, attraverso una nota del dirigente generale del dipartimento Beni culturali Rino Giglione. Il capodipartimento chiede di “concludere il procedimento concorsuale mediante un provvedimento di ritiro in autotutela del bando di concorso”. Ed è ciò che avviene, poco meno di un mese fa (ma la nota è stata pubblicata più recentemente). Così, dopo 14 anni di attesa, niente da fare per gli aspiranti dirigenti: “La graduatoria provvisoria – spiega il dirigente generale della Funzione pubblica Giammanco – non conferisce un diritto all’assunzione. Il dirigente generale ha confermato che non sussiste più l’interesse della pubblica amministrazione di servirsi di quelle professionalità”. E gli altri 770? “Qualcuno (sono circa 80, ndr) è stato assunto. Per gli altri bandi, verificheremo nelle prossime settimane”. Dopo quattordici anni, insomma, la Regione si prepara a dire: “Abbiamo scherzato”