PALERMO – Per lui quella che alle 16.30 si stava concludendo era una giornata come tante, almeno fino a quel momento. Era l’ultima corsa, un’ora e venti dopo sarebbe finito il suo turno lavorativo: “Quando sono tornato alla stazione, invece, sono dovuto andare alla polizia”. A raccontare la sua versione dei fatti riguardo alla vicenda che vede coinvolto Salvatore Lo Cascio, il pensionato di 77 anni finito all’ospedale per ferite al torace e alla testa, è il conducente dell’autobus su cui l’anziano avrebbe subìto l’aggressione. Salvatore Malfattore ha cinquantasette anni, da diciotto lavora come autista all’Amat, la polizia l’ha individuato e denunciato all’Autorità giudiziaria dopo la denuncia dell’anziano, ma lui respinge ogni accusa e precisa: “L’aggredito sono io, come lo sono già stato un anno fa, quando mi è stato dato un pugno in faccia”.
Quelli che Malfattore racconta sono momenti concitati, in cui spiega di avere tentato soltanto di proteggersi: “Che dovevo fare di fronte ad una persona che mi si scaglia contro?”. Ma andiamo con ordine. Secondo quanto racconta l’autista, a quell’ora il mezzo dell’Amat sarebbe stato pieno di ragazzi che venivano da una giornata trascorsa al mare: “Erano alcuni di loro a fumare, di certo non io. Sarei stato già nel torto se avessi avuto una sigaretta accesa, come avrei potuto pure inveire contro chi mi chiedeva di spegnerla? Le cose sono andate diversamente”. Malfattore, infatti, dice di essere stato prima aggredito verbalmente:
“Questo signore è salito sull’autobus che stava per partire e si è seduto dietro di me, sul primo seggiolino a destra. Ad un tratto ho sentito dire “La sigaretta, per favore la sigaretta!”, quindi mi sono alzato dal mio posto di guida per capire da dove provenisse il fumo. Di solito i nostri rimproveri ai ragazzi che fumano sono inutili, ho quindi detto che non sarei partito, che l’autobus sarebbe rimasto fermo. Così i giovani sono scesi dal mezzo e con loro, anche l’anziano, che è rimasto sul ciglio della strada, vicino ai portici che affacciano su via Paolo Balsamo”.
Il 57enne continua a raccontare quei momenti, precisando che a quel punto aveva considerato la faccenda chiusa: “I ragazzi erano scesi, ma lui continuava ad osservarmi, insultandomi. ‘Lei è una cosa inutile’, mi ha detto. Di fronte a quelle parole ho mimato uno sputo, per disprezzare quel tentativo di provocazione. So che il signore ha raccontato che io ho sputato davvero, ma non è così, ho soltanto fatto un suono con la bocca, ma lui non ci ha visto più. E’ risalito sull’autobus – continua Malfattore – e ha cominciato a gesticolare con le braccia manifestando la chiara intenzione di aggredirmi. Io ho reagito istintivamente, spostando la mia gamba destra verso di lui per evitare il contatto. Lui – prosegue – ha così fatto un passo indietro ed è caduto fuori dal mezzo. Le ferite che ha riportato sono dovute a questo, ma ha fatto tutto lui. Un anno fa in via Villagrazia, mentre stavo facendo scendere una disabile, un automobilista mi sferrò un pugno in faccia. Il mezzo è rimasto fermo per permettere al padre della ragazza di uscire ed un uomo è sceso dall’auto perché secondo lui intralciavo il passaggio e mi colpì”.
L’autista continua il suo racconto precisando di far parte di una categoria che fin troppo spesso finisce nel mirino: “Rischiamo ogni giorno, a dimostrarlo sono gli episodi di cronaca che quotidianamente sono presenti sui giornali. Fino a ieri tre controllori sono stati assaliti da alcuni giovani sprovvisti di biglietto sulla linea 806. Cosa dovremmo fare? Stare zitti e subire? La vettura guidata da un mio collega, qualche settimana fa è stata presa a calci e pugni, un’altra è stata presa di mira da una banda di vandali che hanno sfondato i vetri. Io non ho fatto del male a quell’uomo, sono rimasto seduto al mio posto di guida, ho evitato il contatto. E adesso non ho pura, perché ho la coscienza pulita”.
Nel frattempo, è il consigliere Amat Diego Bellia ad intervenire sulla vicenda: “L’azienda procederà con un’indagine interna , non stiamo trascurando la vicenda. Accerteremo cosa sia successo veramente e in base al codice della disciplina aziendale si deciderà, valutando in base alla gravità dei fatti”. Sulla vicenda avvenuta in via Libertà, invece, ha espresso il proprio parere anche Salvatore Girgenti, segretario aziendale Amat per la Fit Cisl: “Bisogna intervenire al più presto con una maggiore presenza delle forze dell’ordine per tutelare i dipendenti e gli altri passeggeri da momenti di tensione che troppo spesso sfociano in veri e propri atti di violenza.
All’azienda chiediamo un incontro urgente per discutere dei provvedimenti da adottare per la sicurezza del personale che effettua la propria mansione spesso in condizioni di rischio. C’è una situazione di forte stress e tensione per via del cattivo funzionamento del servizio che spesso sfocia in questi episodi, noi condanniamo ogni atto di violenza qualunque sia la provenienza, ma ormai sono tanti i fatti di questo tipo anche meno gravi che si ripetono ogni giorno tanto da richiedere un intervento della polizia e la cura dei sanitari. Comprendiamo l’impossibilità di una presenza costante delle forze dell’ordine – aggiunge Girgenti – ma chiediamo una maggiore vigilanza a bordo dei bus più frequentati in questa stagione , quelli diretti nelle località balneari e i mezzi che percorrono le vie del centro. All’azienda chiediamo un incremento delle unità con il compito del controllo dei biglietti a bordo”.