CATANIA. Maltrattamenti, appropriazione indebita, abbandono e circonvenzione di persone incapaci. Sono questi i capi di imputazione contestati a Paolina Carmela Leotta, di Giarre, e Giuseppina Tomarchio, di Mascali, rispettivamente amministratrice unica e dipendente della comunità alloggio per anziani “Nostra Signora di Lourdes” di Calatabiano. Nel dicembre del 2016 la struttura venne sottoposta a sequestro dai carabinieri della locale stazione su provvedimento del gip Daniela Monaco Crea. A richiederlo il pubblico ministero Francesco Camerano, titolare dell’inchiesta dalla quale sarebbero emersi numerosi episodi di maltrattamento perpetrati nei confronti di sei ospiti, di età compresa tra i 90 ed i 70 anni. L’accusa contesta anche le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi. Le due imputate, assistite dal difensore di fiducia Salvo Leotta, compariranno il prossimo 20 giugno davanti al gup di Catania per l’udienza preliminare.
LE ACCUSE. “Puttana”, “muori soffocata”, “sepolta viva”, “porco, ora soffri”, “fetente”, “lurida e puzzolente”. Sono solo alcuni degli epiteti con cui sarebbero stati apostrofati gli anziani all’interno della casa di riposo “Nostra Signora di Lourdes”, in pieno centro storico a Calatabiano. In alcuni casi sarebbero state rivolte anche minacce di morte. Vessazioni, secondo la procura di Catania, reiterate nel tempo. A dare il via all’attività investigativa è la denuncia di una ex dipendente della comunità per anziani. Le microcamere e le cimici collocate dai militari dell’Arma avrebbero documentato numerosi episodi che, secondo l’accusa, avrebbero causato negli ospiti “uno stato di prostrazione e sofferenza che oltrepassa i limiti del normale sentimento di umanità”. Allarmanti anche le condizioni igieniche. Le imputate avrebbero lasciato gli anziani per giornate intere nei propri letti inzuppati di feci e urine, utilizzando poi un’unica spugnetta sporca per lavarli. Inadeguata anche l’alimentazione, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Persino l’acqua era negata, durante l’estate ed in camere prive di aerazione. Anche la violenza fisica sarebbe stata all’ordine del giorno. Schiaffi, pugni in testa, colpi di giornale, pizzicotti e strattoni, quando gli anziani non obbedivano agli ordini. In un’occasione ad uno degli ospiti sarebbero state legate per ore le mani. E non sarebbero mancate nemmeno le umiliazioni. Un’anziana donna sarebbe stata costretta a sfilare completamente nuda davanti agli ospiti di sesso maschile. La struttura, sempre secondo l’accusa, era priva della necessaria e costante assistenza sanitaria. Le imputate sono accusate di aver somministrato in più di un’occasione un potente sedativo agli ospiti, senza prescrizione medica. Un anziano, costretto sulla sedia a rotelle poiché privo degli arti inferiori, sarebbe stato anche circuito e indotto a chiedere un finanziamento per l’acquisto di un’automobile, poi rivenduta. Il ricavato sarebbe stato ceduto alle imputate. Queste ultime si sarebbero appropriate anche di altro denaro di proprietà dell’anziano ospite.