PALERMO – Vito Nicastri, il ‘re del vento’ in affari con la mafia, è un uomo libero. La Procura di Palermo il 22 febbraio scorso ha emesso un decreto di sospensione dell’esecuzione della pena.
Nicastri, difeso dall’avvocato Sebastiano Dara, era detenuto per l’ultima delle tre condanne che gli sono state inflitte. Dopo il patteggiamento a due anni e dieci mesi per corruzione, i 4 anni e tre mesi per intestazione fittizia di beni (in appello è caduta l’accusa di mafia), lo scorso 15 dicembre Nicastri ha patteggiato due anni e sette mesi per bancarotta fraudolenta.
La bancarotta è quella della Eolica Service Palermo, dichiarata fallita dal Tribunale di Palermo a causa di un buco di bilancio da 3.9 milioni di euro. Secondo l’accusa, Nicastri e altri due imputati giudicati separatamente – Francesco Nuccio e Alberto Adamo – avrebbero distratto 40 mila euro dalla società di cui Nicastri era amministratore di fatto per evitare che i soldi finissero ai creditori rimasti con un pugno di mosce in mano.
La Eolica Service Palermo era una delle tante società della galassia di Nicastri, divenuto negli anni l’uomo d’oro delle energie alternative, salvo poi venire a galla che la sua fortuna era dovuta all’appoggio di Cosa Nostra.
Negli anni scorsi gli è stato confiscato un patrimonio enorme. Poi sono arrivati i nuovi guai giudiziari, dalle accuse di mafia al giro di tangenti che Nicastri ha ammesso di avere pagato a dei funzionari regionali per avere il via libera ai suoi progetti.
L’articolo che gli ha consentito di tornare libero è il 656 del codice di procedura penale: “Se la pena detentiva, anche se costituente residuo di maggiore pena, non è superiore a tre anni, il pubblico ministero ne sospende l’esecuzione”.