L’arresto del parlamentare regionale del Partito democratico Gaspare Vitrano è la notizia del giorno. Il deputato di Misilmeri è stato catturato ieri pomeriggio nel pieno centro di Palermo dalla polizia con l’accusa di concussione. Avrebbe richiesto ad un imprenditore una mazzetta di 10 mila euro per velocizzare una pratica relativa ad un impianto fotovoltaico. Quanto accaduto fa riflettere sullo stato di salute della politica siciliana. Livesicilia ha chiesto un parere a Claudio Fava, giornalista, figlio del cronista Pippo Fava ucciso da Cosa nostra nel 1984, e coordinatore della segreteria nazionale di Sinistra Ecologia Libertà (Sel).
Che ne pensa dell’arresto di Gaspare Vitrano? A questo punto la questione morale all’interno del Partito democratico siciliano esiste davvero?
“Credo che si tratti di un episodio isolato, non penso che l’unico problema all’interno del Partito democratico in Sicilia sia avere al suo interno politici che rubano. Il caso è molto più complesso, la vicenda rientra in un clima più torbido che vede il Pd alleato di Lombardo che, per quanto valga la presunzione di innocenza, è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. La questione morale all’interno dei democratici siciliani esiste fin dal momento in cui hanno deciso di sostenere Lombardo”.
Vitrano è stato immediatamente sospeso sia dal partito che dall’Assemblea regionale siciliana. Che altro si aspetta a questo punto dai vertici del Pd?
“Mi aspetto l’avvio di un processo di riflessione molto più profondo all’interno del partito democratico nell’Isola, è evidente che ci sia qualcosa che non va. Serve chiarezza. La base del Pd e i suoi elettori non sono d’accordo con la linea che i vertici stanno seguendo, il referendum contro il patto con il governatore parla chiaro su cosa pensi la gente in questo momento. Non c’è più nessuna relazione tra la testa del partito e la sua base”.
Erasmo Palazzotto, coordinatore regionale di Sel, il suo stesso partito, ha lanciato la richiesta di scioglimento anticipato del parlamento siciliano e nuove elezioni. Che ne pensa? Si tratta di un’ipotesi realistica?
“Sarebbe la cosa più logica da fare. Dipende tutto dal Pd. Dovrebbe avere il coraggio in questo momento di fare un passo indietro, abbandonare il governo e cercare di ricostruire un centro sinistra in Sicilia”.
Se si andasse a nuove elezioni sareste disposti ad un’alleanza con i democratici?
“Sì, purché si rimetta in piedi un’alternativa alla destra e si abbandoni la politica dell’inciucio. Bisogna ricostruire il centro sinistra in Sicilia, servono programmi concreti, primarie per la scelta del candidato alla presidenza della Regione, ma soprattutto una linea politica chiara, di sinistra”.
Sempre ieri il suo partito ha proposto la costituzione di un codice etico per l’Ars.
“Il codice etico era stato già sottoscritto da tutti i partiti prima delle ultime elezioni e prevede che i condannati in via definitiva e i rinviati a giudizio per crimini connessi alla mafia non debbano essere candidati. Naturalmente nessuno ha rispettato queste norme e il fatto che il Pd appoggi un presidente della Regione indagato per mafia ne è la prova concreta”.