“Ho sofferto di più nei due mesi in cui sono stato un deputato dell’Ars”. A due giorni dal reintegro di Gaspare Vitrano nell’Assemblea regionale e dal conseguente suo “scivolamento” fuori da Palazzo dei Normanni, Salvino Pantuso non accetta la pietà. Evita i piagnistei. E, anzi, va al contrattacco: “Una vicenda come questa fa del male alla Sicilia”.
Come va? L’altra sera all’Ars sembrava molto deluso.
“Sorpreso, sicuramente. Anche per l’irritualità che ha contraddistinto tutta la vicenda”.
Che vuole dire?
“Intanto è stata irrituale la richiesta del parere al commissario dello Stato, da parte del presidente dell’Ars Cascio, visto che il commissario non è un organo di consulenza tecnico-giuridica dell’Assemblea. Ma irrituale è stato anche il parere stesso del commissario, che si è limitato a prendere atto di una condizione di ‘libertà’ di Vitrano non facendo presente che su di lui gravava una misura cautelare gravissima”.
In pratica, il commissario si è limitato al diritto, alla legge…
“Ma questo poteva essere una premessa a un parere che non poteva disconoscere il fatto che le imputazioni a Vitrano sono connesse alla sua stessa attività di parlamentare. Il giudice gli ha inflitto il divieto di soggiorno in Sicilia perché lo ritiene ancora un soggetto pericoloso. È come se, a una persona imputata per aver messo sotto un’altra con la macchina, viene subito restituita la patente”.
E che c’entra in questa querelle il presidente dell’Assemblea?
“Il presidente, in quanto vertice di un organo autonomo e sovrano avrebbe potuto attivare azioni di tipo politico”.
Tipo?
“Chiedere un maggiore approfondimento, magari. E invece si è limitato ad accettare una sorta di reintegro automatico”.
Come dicevamo, la legge lo consente, a quanto pare.
“Ma ci rendiamo conto dell’assurdità? Col provvedimento di reintegro è stata vanificata la misura cautelare del giudice, che ha sancito il divieto di soggiorno, proprio perché la sua vicenda era legata all’attività parlamentare”.
A proposito di attività parlamentare. A caldo lei si è lamentato del silenzio del suo partito, il Pd. Ha sentito qualcuno?
“No, nessuno. O meglio, ho sentito tante persone della ‘base’ del partito che hanno espresso stima e solidarietà oltre che indignazione”.
Nessuno dei suoi ex colleghi?
“Il Pd è stato totalmente assente. Eppure, il problema non è di carattere tecnico, bensì politico. Vitrano è stato ammesso all’Ars perché c’è stata una volontà politica”.
In che senso?
“Nel senso che questa decisione ha dimostrato che Vitrano, oggi, è uno degli uomini più potenti della Sicilia, vista la capacità di piegare il potere politico pur trovandosi in quelle condizioni”.
Insomma, col Pd ha chiuso?
“Guardi, per il momento penso a fare l’avvocato. Lo facevo ieri, lo faccio oggi, lo farò domani. Sul Pd ci penserò. Le decisioni matureranno nel tempo. Certamente, questo fatto ha determinato nell’opinione pubblica una ‘insurrezione civile’ che pare, oggi, solo la goccia che spacca il vaso. Per questo penso che il fatto che sia stato io il primo dei non eletti è un fatto marginale”.
Marginale, nemmeno tanto… Gli unici a esprimere segnali di solidarietà sono stati Aricò di Fli che ha ‘adottato’ i suoi disegni di legge e Caputo del Pdl che l’ha invitata, in qualità di consulente, alla commissione Attività produttive.
“Ho apprezzato la sensibilità politica dimostrata da Caputo e Aricò. Anzi, colgo l’occasione per suggerire a quest’ultimo di adottare anche l’altra mia ‘creatura’ legislativa: un ddl che consente di assegnare i beni confiscati alla mafia ai giovani professionisti”.
Insomma, in qualche modo vuole lasciare una traccia della sua esperienza…
“Io ho svolto la mia breve attività in modo appassionato e intenso. E sono stato presente a tutte le sedute d’Aula e di commissione”.
Al suo posto invece torna un deputato che non potrà prendere parte a nessuna di queste sedute…
“Assurdo, vero? È questo che la gente non potrà mai capire. C’è in atto un vero e proprio ‘collasso’ di democrazia che rischia di uccidere la politica in Sicilia. E invece…”
E invece?
“Credo che la Sicilia sia in una fase di rinascita importante. La gente siciliana è sana. È la politica, oggi, a non essere in grado di caricarsi sulle spalle questo cambiamento, di consentire un vero sviluppo dell’Isola”.
Lo ha appreso in questi due mesi all’Ars?
“Le dico la verità. Durante questi due mesi ho toccato con mano questa drammatica situazione di una terra pronta a cambiare e di una classe politica non all’altezza. E per questo posso dire con sincerità di aver sofferto più nei due mesi in cui sono stato deputato, piuttosto che nel giorno in cui sono uscito”.