Ucciso in un agguato ma ai medici era sembrato che fosse morto per cause naturali. Non è l’unico mistero che avvolge la fine di Giuseppe Licitra, 44 anni e due figli, titolare e dj di successo di Radio Centro Vittoria, una delle prime emittenti locali del Ragusano. Per gli investigatori è un giallo in piena regola che ha preso le mosse nel primo pomeriggio quando l’uomo è stato trovato riverso sul sedile della sua auto accostata al muretto di una strada di campagna in contrada Giardinello tra Comiso e Vittoria, all’altezza di una vecchia cartiera abbandonata. I soccorritori hanno cercato di rianimarlo e, convinti che fosse ancora in vita, lo hanno portato in ospedale.
Da un esame sommario del corpo il medico di turno al pronto soccorso si è convinto che la causa della morte fosse un infarto. Solo quattro ore dopo si è scoperto che Licitra era stato invece ucciso con due colpi di pistola esplosi a brevissima distanza: sul corpo sono stati trovati un foro sotto l’ascella e un altro al braccio. Se ne sono accorti, durante la ricomposizione della salma, gli addetti delle pompe funebri che hanno subito avvertito i carabinieri. Un sommario esame medico-legale ha poi confermato che si trattava di un delitto. E a questo punto il caso si è complicato per l’assoluta incertezza del movente. Licitra gestiva la radio da oltre 20 anni: all’inizio con la moglie, che aveva conosciuto proprio davanti alla consolle, e da cinque anni da solo in seguito a una crisi coniugale culminata con la separazione. Gli amici lo descrivono come una persona ”tranquilla” che divideva la sua vita tra l’impiego di centralinista della polizia municipale e la conduzione dell’emittente. Licitra aveva scelto per la programmazione un profilo tutto incentrato sull’intrattenimento: molta musica popolare, dialoghi con gli ascoltatori ma pochissime notizie. I temi della cronaca e della vita politica locale, che pure a Vittoria è molto vivace e partecipata, erano praticamente trascurati. Al punto che la direttrice Francesca Cabibbo aveva lasciato l’incarico e di recente aveva invitato Licitra a formalizzare il cambio di direzione e a comunicarlo al tribunale di Ragusa. La scarsa incidenza informativa della radio, molto seguita da un pubblico interessato prevalentemente alla musica, sta orientando le indagini in altre direzioni. Ma senza un’ipotesi precisa. Tra le tante piste si segue anche quella privata: non è chiaro infatti se Licitra sia andato nel posto in cui è stato ucciso per incontrare qualcuno.
Il pm Monica Monego sta interrogando il legale di Giuseppe Licitra, 44 anni, titolare e dj di successo di Radio Centro Vittoria, una delle prime emittenti locali del Ragusano, trovato ucciso con due colpi di pistola nella sua auto, ieri. Secondo indiscrezioni il legale potrebbe essere coinvolto nel delitto.
E’ in stato di fermo perché sospettato di omicidio il legale di Giuseppe Licitra, 44 anni, titolare e dj di successo di Radio Centro Vittoria, trovato ucciso ieri con due colpi di pistola nella sua auto a Vittoria. Il professionista, di cui non è stata ancora resa nota l’identità, è stato interrogato dal Pm Monica Monego. Secondo i carabinieri, che stanno conducendo le indagini, il movente dell’omicidio sarebbe di natura privata e familiare. Il legale stava curando le pratiche di separazione di Licitra, sposato e con due figli.
Ha confessato l’assassino di Giuseppe Licitra, 44 anni, il centralinista della polizia municipale di Vittoria e proprietario dell’emittente Radio Centro Vittoria, ucciso ieri con due colpi di pistola nella sua auto. Si tratta dell’avvocato Francesco Scribano, 35 anni, sposato e con due figli. Il professionista, che ha assistito legalmente la vittima nella causa di separazione di cui nei prossimi giorni è attesa la sentenza, nel corso di un interrogatorio ha ammesso di essere il responsabile dell’omicidio. Di fronte al Pm Monica Monego, l’indagato ha detto di avere agito in uno stato d’impeto per le continue lamentele cui il cliente l’avrebbe sottoposto perché insoddisfatto dell’andamento della causa. Gli inquirenti sono tuttavia molto cauti, anche perché il movente non appare convincente. Lo stesso avvocato ha parlato infatti di generiche rimostranze, sostenendo che non si sarebbe trattato di vere e proprie minacce. Scribano ha ammesso di avere sparato con la pistola cal. 7.65 detenuta regolarmente dal padre, la cui abitazione si trova a poche decine di metri dal luogo in cui è stato scoperto il cadavere di Licitra. I sospetti si sono subito concentrati sul legale perché è stata una delle ultime persone ad avere avuto contatti con la vittima, come segnalato da un testimone. Messo alle strette, il professionista ha confessato. Gli inquirenti stanno vagliando anche altri elementi, tra i quali il ritrovamento di una bomba a mano, circa due mesi fa, nel piazzale della polizia municipale. L’ordigno sarebbe stato scoperto infatti a pochi centimetri dall’autovettura di Licitra.