Inizia la corsa dei venezuelani residenti in Sicilia per aprire un seggio a Palermo e poter votare alle primarie per scegliere il candidato dell’opposizione alla Presidenza del governo nazionale. La consultazione si svolgerà a ottobre e per aprire il seggio serve l’adesione di almeno 300 cittadini da raggiungere entro il 7 luglio.
Per questo la Commissione nazionale per le primarie (Cnps) dell’opposizione democratica venezuelana ha chiesto a tutti i venezuelani residenti all’estero di registrarsi entro questa data al link http://www.primariaexteriorve.com per aggiornare i propri dati e poter votare il 22 ottobre di quest’anno 2023. Migliaia i cittadini interessati anche nell’Isola.Il gruppo promotore delle primarie in Sicilia, “Con Venezuela Si” (CoVenSi), presieduto dal giornalista Salvatore Lo Monaco e composto dai coordinatori delle diverse province della regione, riferisce che esiste la possibilità di aprire formalmente un seggio elettorale a Palermo per il 22 ottobre, a condizione che un minimo di 300 venezuelani e italo-venezuelani (con doppia nazionalità) residenti nella regione e aventi diritto al voto nel Venezuela, cioè che sono già iscritti nella banca dati dell’Anagrafe elettorale del Consiglio nazionale elettorale del Venezuela, aggiornino i propri dati nel portale.
Attualmente il Consiglio ha autorizzato in vita provvisoria l’apertura di 4 seggi elettorali in Italia, Milano, Roma, Napoli e Palermo. Ma nel caso in cui il numero di 300 iscritti a Palermo non fosse raggiunto entro il 7 luglio, i residenti della regione siciliana che vorranno votare dovranno recarsi nelle altre sedi.
Lo Monaco ha spiegato che “queste elezioni primarie eleggeranno, il 22 di ottobre 2023, un candidato unitario dell’opposizione democratica venezuelana che rappresenta la maggioranza dei venezuelani alle elezioni presidenziali che si terranno alla fine del 2024. È un’opportunità che apre al cambiamento, dopo più di 24 anni subiti dal comando di un regime totalitario e populista che ha distrutto ciò che c’è di buono in Venezuela e ha costretto all’emigrazione verso altri Paesi più di 7 milioni di venezuelani e di tanti italiani che hanno dovuto vendere le loro proprietà a basso prezzo, alcuni sono stati espropriati e altri hanno lasciato il paese abbandonando tutto. Non è un compito facile prosegue Lo Monaco – Siamo sotto un regime autocratico e militarista, che ruota attorno a interessi geopolítici di dittature, teocrazie, come è il caso di Cuba, Nicaragua, Iran, Russia, e governi di sinistra populista. Ma bisogna lottare, approfittare di ogni finestra aperta per rendere presente la maggioranza democratica nei termini stabiliti dalla Costituzione della Repubblica del Venezuela”.