CATANIA. Ha affidato al proprio legale Enzo Mellia le dimissioni da sindaco di Acireale. Come previsto, stamani, Roberto Barbagallo, durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Giovanni Cariolo, ha ufficializzato l’abbandono della carica di primo cittadino. Una scelta dettata innanzitutto da senso istituzionale. Naturalmente però ciò consentirà a Barbagallo di difendersi adeguatamente nelle sedi giudiziarie. Le dimissioni, infatti, rendono meno stringenti le esigenze di custodia cautelare in carcere, motivate dalla possibilità di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio. Nel corso dell’udienza l’ormai ex primo cittadino, accusato di concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità, ha risposto a tutte le domande, fornendo una diversa ricostruzione dei fatti.
Secondo la Procura etnea, rappresentata dal sostituto procuratore Fabio Regolo, Roberto Barbagallo avrebbe abusato della propria carica e dei poteri derivanti dalla funzione pubblica esercitata per indurre, in concorso con l’agente di polizia municipale Nicolò Urso, i commercianti acesi, indagati con la stessa accusa, a promettere voti per Nicola D’Agostino, candidato lo scorso anno alle regionali. E proprio il deputato, commenta su Facebook il gesto dell’ormai ex primo cittadino. “Apprendo dai legali di Roberto che, dopo essere stato ascoltato dai magistrati, ha deciso di rimettere il mandato da Sindaco per rispetto nei confronti della sua Città, dei suoi cittadini e dell’Istituzione – scrive D’Agostino. Un gesto che va rispettato e che condivido.
Già concluso anche l’interrogatorio di uno dei due funzionari acesi coinvolti nell’inchiesta, Salvatore Di Stefano. Il dirigente dell’area tecnica, assistito dal legale Orazio Consolo, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il difensore annuncia già istanza di scarcerazione al tribunale del Riesame.
Salvatore Leonardi, direttore dei lavori al cimitero di Acireale, accusato di concorso in corruzione e falso, ha risposto invece alle domande del gip. L’uomo, assistito dagli avvocati Enzo Mellia e Giuseppe Lo Faro, avrebbe fornito una propria ricostruzione dichiarando la propria innocenza rispetto ai fatti contestati. Probabilmente domani i legali presenteranno un’istanza di sostituzione della misura cautelare.
E si è concluso anche l’interrogatorio di Giovanni Barbagallo, capo area tecnica del comune acese, indagato per turbativa d’asta, corruzione e falso in atto pubblico. Il funzionario, assistito dai penalisti Nino Garozzo e Fabrizio Seminara e dall’amministrativista Nunzio Manciagli, ha risposto a tutte le domande del gip. “Riteniamo che abbia chiarito la propria posizione rispetto alle vicende contestate – dichiarano i legali Garozzo e Seminara – Alla luce delle risposte fornite auspichiamo che vi sia lo spazio per una revoca della misura”.
Sentita, infine, anche Anna Maria Sapienza, consulente tecnico regionale del Coni, indagata per turbativa d’asta ed induzione indebita a dare o promettere utilità. Difesa dai legali Mario Brancato e Rosaria Borzì, ha risposto per oltre due ore alle domande del gip. “L’ingegnere Sapienza, oltre a professarsi innocente ed a ribadire la correttezza delle pratiche seguite – dichiara l’avvocato Brancato – ha chiarito alcuni aspetti tecnici di grande importanza. Innanzitutto non è un pubblico ufficiale. Il rapporto lavorativo con il Coni è infatti regolato da un contratto privato. Ma ha evidenziato anche come fosse priva di alcun potere decisionale”. Domani gli avvocati depositeranno una richiesta di sostituzione della misura cautelare dal carcere ai domiciliari.
Sempre domani saranno sentiti gli altri tre indagati raggiunti da misura cautelare ma agli arresti domiciliari: Nicolò Urso, luogotenente della polizia municipale, accusato di concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità; Ferdinando Maria Garilli, collaboratore della consulente Coni, indagato per turbativa d’asta; ed Angelo la Spina, dipendente della società San Sebastiano Srl, accusato di concorso in corruzione e falso in atto pubblico.