Zamparini, addio pure allo stadio: |"Si tratta di un capitolo chiuso" - Live Sicilia

Zamparini, addio pure allo stadio: |”Si tratta di un capitolo chiuso”

Dopo l'ultimatum di Orlando, arriva la risposta del patron rosanero. Il nuovo impianto non si farà, si rimane al "Barbera".

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PALERMO – Nulla da fare. Lo stadio nuovo a Palermo non si farà. Almeno per il momento. Quasi sicuramente non con Zamparini. Il patron rosanero chiude a ogni ipotesi, dopo le sollecitazioni giunte dal sindaco Orlando nel corso del Consiglio Nazionale del CONI tenutosi nella giornata di martedì a Villa Niscemi, alla presenza del numero uno Giovanni Malagò. “Ho mandato una lettera al presidente – chiariva Orlando – bloccando nel frattempo gli interventi riguardanti il Velodromo. Il 31 marzo manderò a Zamparini un’altra missiva per sollecitarlo, gli concederò ulteriori 30 giorni per capire cosa ha intenzione di fare. Se non otterremo alcuna risposta, provvederemo noi con le nostre risorse”.

La risposta dell’imprenditore friulano, probabilmente definitiva, è puntualmente giunta. Senza utilizzare giri di parole, il numero uno del club di viale del Fante ha chiarito di non essere più interessato a un progetto accolto con entusiasmo, portato avanti tra mille difficoltà e infine abbandonato senza particolari rimpianti. Una scelta che va nella direzione di un disimpegno graduale che dovrebbe concludersi con la cessione del club rosanero: “Orlando ha dato un ultimatum per l’aggiornamento del progetto del nuovo stadio? Lo apprendo solo adesso. Per me comunque si tratta di un capitolo chiuso – afferma Zamparini al Giornale di Sicilia – è una questione che eventualmente in futuro potrà riguardare la futura proprietà del Palermo calcio”.

L’unica vera proposta del Palermo era giunta nel 2011, basata sulla necessità di una compensazione urbanistica per far sorgere la struttura sulle ceneri del Velodromo. Nel frattempo le leggi mutavano e, a più riprese, da Palazzo delle Aquile facevano sapere che risultava obbligatorio presentare un nuovo progetto conforme alla normativa vigente. In realtà i mesi e gli anni trascorrevano tra accuse e ripicche, con un costante tira e molla e riavvicinamenti che non portavano a un nulla di fatto. Nell’ottobre dello scorso anno un incontro tra Orlando e Zamparini appariva come la chiave di volta fondamentale per riaprire il discorso e giungere a una conclusione positiva della vicenda.

Mera illusione, stando all’ultimo botta e risposta. Zamparini ha emesso la propria sentenza, da capire se definitiva o meno, a conferma dell’intenzione di lasciare il calcio dopo la cessione del Palermo. Per il momento, dunque, si rimane al “Barbera”, impianto storico eppure tra i più efficienti in Italia. Salvo rare eccezioni, quello dell’impiantistica sportiva rimane un problema per un Paese in ritardo rispetto al resto d’Europa. Un cruccio non più motivo di interesse per Maurizio Zamparini, a questo punto destinato ad andare via senza essere riuscito a costruire né il centro sportivo, dopo la rottura con il comune di Carini, né lo stadio. E con una salvezza in bilico, il rischio è che quattordici anni dopo il Palermo debba ricominciare esattamente dallo stesso punto in cui era stato preso dall’imprenditore friulano: dalla Serie B. Con un passato denso di soddisfazioni e un futuro pieno di incognite.


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