Gentile redazione,
siete stati tra le poche testate d’informazione a commentare la vicenda riguardante il mio articolo sul blog de Il Fatto Quotidiano, che raccontava semplicemente un’amicizia tra quella che viene considerata un’icona dell’antimafia e un imprenditore, amatissimo presidente del Palermo Calcio, che ad oggi risulta indagato e per il quale è stato chiesto l’arresto. Tutto qui.
Segnalo però che la frase usata dal redattore che ha inserito sulla pagina di Livesicilia l’articolo, è fuorviante: “Commento in stile dipietrista: ma che c’azzecca il Palermo?”.
La risposta, molto semplice, è: nulla. Il Palermo Calcio con questa storia non c’entra nulla e mi spiace che con questo articolo si sia data (voluta dare) un’immagine diversa.
Il riferimento al Palermo Calcio è solo per il fatto che Zamparini e Grasso sono molto amici e ovviamente condividono la passione per la squadra rosanero.
Non comprendo il tenore della frase e dei commenti che ne sono seguiti. Mi pare che l’italiano, un po’ come la matematica, non sia esattamente un’opinione. La frase “il procuratore saprà rinunciare alla sua più grande passione sportiva, il Palermo Calcio, e all’ebbrezza delle onde siciliane?” si riferisce ovviamente all’ipotesi se Grasso continuerà a frequentare Zamparini nonostante la richiesta di arresto pendente sul capo del patron rosanero. Preciso dunque, anche se era evidente nel mio articolo, che qualunque problema di Zamparini è personale e non certo dei tifosi o della squadra. Non è la prima volta che si cerca di “mettermi contro” i tifosi rosanero, e anche stavolta dico senza timore: viva il calcio pulito, viva i tifosi per bene che a Palermo sono la stragrande maggioranza.
A tal proposito, dato che Zamparini ha annunciato querela nei miei confronti (non si capisce perché sul sito del Palermo calcio), mi preme sottolineare alcuni aspetti forse poco chiari all’imprenditore. Ritengo che uno dei ruoli della politica sia quello di spiegare ai cittadini cosa avviene intorno a loro, tentando di far mantenere i propri ruoli ad ognuno. In questo senso mi sono limitata ad esporre fatti già “usciti” dalla procura di Benevento, per cui non ho gettato fango su nessuno. Zamparini dice che le inchieste a suo carico sono inconsistenti ma querela me perchè le racconto. E’ fenomenale.
Quello che colpisce è il passaggio finale della replica di Zamparini, che dice testualmente di “lasciare un messaggio ai tifosi“. Non so se è chiara a tutti la gravità di quella che non temo definire una vera e propria minaccia, dalla quale mi tutelerò nelle sedi opportune. Già un anno fa una esigua minoranza dei tifosi del Palermo (ogni tifoseria purtroppo ha le sue frange violente, sarebbe ipocrita negarlo) è stata “aizzata” e ha ritenuto opportuno scrivere sui muri “Sonia Alfano infame“. Per cui, da questo momento, se dovesse accadere qualcosa di simile, o di peggio a me e alla mia famiglia, riterrò direttamente responsabile il dott. Zamparini, che per tutelare la propria immagine è disposto evidentemente, è un dato di fatto, ad utilizzare l’intimidazione. E’ curioso poi che a sentirsi attaccato sia Zamparini, poiché in realtà il mio articolo era rivolto più al procuratore Grasso. Le domande che mi ponevo, riguardano lui e non Zamparini, nè tantomeno, ribadisco, il Palermo calcio.