I mafiosi di Misilmeri si diedero appuntamento a casa di Carlo Noto. Era il 2017 e Salvatore Sciarabba, anziano capo mandamento, dettò le regole. Ora Sciarabba viene raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere assieme ad altre sei persone, mentre il padrone di casa, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, resta in libertà. Dal 2018 Noto vive e lavora negli Stati Uniti.
Il blitz dei carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Palermo è coordinato dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Bruno Brucoli e Gaspare Spedale. Il giudice per le indagini preliminari è Guglielmo Nicastro.
Custodia cautelare in carcere per Salvatore Sciarabba, già detenuto per il blitz che colpì, nel dicembre 2018, la nuova cupola di Cosa Nostra, Giuseppe Bonanno, Stefano Casella, Carlo Noto, Claudio Nocilla, Alessandro Imparato. Arresti domiciliari per Giuseppe Rizzo e Giuseppe Contorno.
L’operazione di due anni fa, quello che blocco la riorganizzazione di Cosa Nostra dopo la morte di Totò Riina, aveva azzerato il vertice del mandamento di Misilmeri-Belmonte Mezzagno. Sciarabba condivideva il ruolo di capo con Fillippo Bisconti, poi divenuto collaboratore di giustizia; Vincenzo Sucato, era reggente della famiglia mafiosa di Misilmeri (è stato il primo detenuto morto per il Coronavirus); Stefano Polizzi, reggente della famiglia di Bolognetta.
A Casa di Noto, imbianchino e incensurato, Sciarabba spiegò che nonostante i rischi che correvano non aveva potuto a fare a meno di organizzare l’incontro. I pizzini non bastavano più. Ed invece la casa era imbottita di microspie.
Si parlò di tante questioni: dall’acquisto di macchinari edili con assegni post datati al pizzo da imporre a un costruttore di Bolognetta, dall’estorsione da imporre a un fornaio nonostante avesse subito un grave lutto familiare al via libera per rilevare un negozio, dai 12 mila euro per la messa a posto del cantiere di una palazzina a Misilmeri ai 2800 euro che un imprenditore legato al mandamento mafioso di San Mauro Castelverde dovette sborsare per riavere indietro l’escavatore che gli era stato rubato.
E poi si parlò anche di politica. Nocilla aveva proposto a Sciarabba di organizzare, con largo anticipo, una lista civica per le amministrative del 2020 a Misilmeri. Dovevano formare una lista civica che consentisse l’elezione di un candidato pronto a diventare la longa manus dei mafiosi all’interno dell’amministrazione: “Volevo io accennare siccome fra due anni, tranne che mi va bene tutto… per quanto riguarda le elezioni a Misilmeri, noi abbiamo un amico in comune anche se non ti conoscevo, però è stato… lui si chiama Nino…. Nino Calandrino che vorrebbe… perché se non sei là dentro non ci esce niente…
Un progetto andato a monte per gli arresti del 2018. Neppure i boss potevano tra l’altro immaginare che le elezioni tre anni dopo sarebbero state rinviate per il Coronavirus.