PALERMO – Un incontro col boss Francesco Domingo nel corso del quale avrebbe chiesto al sindaco di Castellammare del Golfo, Nicolò Rizzo, un aiuto per individuare un immobile. Serviva ad una persona vicina al capomafia per aprirvi una una casa di riposo.
Di questo si è discusso oggi nel corso dell’interrogatorio del sindaco, indagato per concorso esterno dalla Dda di Palermo. Colui che voleva avviare la nuova attività era incensurato, mentre Domingo (uno dei tredici arrestati del blitz dei carabinieri) aveva già condanne per mafia nella sua fedina penale.
Davanti al procuratore aggiunto Paolo Guido e ai sostituti Francesca Dessì e Gianluca De Leo, Rizzo, assistito dagli avvocati Giacomo Frazzitta e Roberta Tranchida, ha respinto ogni accusa.
“Ieri dormivo serenamente, tutto mi aspettavo tranne che di ricevere un avviso di garanzia”, ha spiegato. Alla domanda se avesse mai conosciuto il capomafia Domingo, ha risposto: “Lo conosco di vista, è noto alle cronache giudiziarie ma non si è mai presentato in Comune”.
Il sindaco non ha voluto rivelare quali fatti gli contesti la Procura, ha solo detto che si tratta di episodi del settembre 2019 e che non sono relativi ad appalti o ad atti del Comune. “Parliamo di una cosa marginale – ha spiegato il suo avvocato – Quando sarà possibile saremo più chiari”.
“Oggi abbiamo capito di cosa si trattava. Non possiamo violare il segreto istruttorio – ha aggiunto l’avvocato Frazzitta – ma gli argomenti sono facili da chiarire. In più produrremo dei documenti che consentono ulteriormente di riscontrare quello che oggi il sindaco ha chiarito. Non siamo fiduciosi, di più”.
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