PALERMO – Voghera. Lombardia. Per le strade della cittadina in provincia di Pavia si incontrano due boss. Sono due ex ergastolani. Domenico Mico Farinella, 60 anni, è in libertà vigilata dall’aprile 2019 per un ricalcolo della pena. Giovanni Scaduto, che di anni ne ha 72, ergastolano lo è ancora solo che gli è stata concessa la detenzione domiciliare per motivi di salute.
“Divieti non rispettati”
In teoria hanno il divieto di incontrare persone con precedenti penali, in pratica non lo rispettano. I carabinieri del Nucleo investigativo di Palermo e quelli della compagnia di Cefalù stanno addosso a Farinella che, così sostiene la Direzione distrettuale antimafia di Palermo che martedì lo ha fermato assieme ad altre dieci persone, continuerebbe a guidare il mandamento mafioso di San Mauro Castelverde. Lo avrebbe fatto anche mentre era detenuto, tramite il figlio Giuseppe.
Scaduto, killer di Ignazio Salvo
Chi è Scaduto? È stato condannato all’ergastolo per l’omicidio dell’esattore mafioso Ignazio Salvo, il 17 settembre 1992. Nel 2017 gli è stata concessa la detenzione domiciliare per motivi di salute. Si può allontanare da casa in alcune fasce orarie e per soddisfare esclusivamente “ragioni primarie di vita” – queste sono le prescrizioni – ed invece se ne va in giro e in più incontra un altro mafioso siciliano.
Il “senatore” per suocero
Scaduto non ha commesso solo l’omicidio di uno dei cugini Salvo. Era già imputato nel maxiprocesso ed è stato il capomafia di Bagheria. Suo suocero era Salvatore Greco, fratello di Michele, il ‘papa’ della mafia. Salvatore Greco era soprannominato il ‘senatore’ per la sua capacità di dialogare con i politici. Negli anni Ottanta i corleonesi uscirono vincitori della guerra di mafia. Tra le file dei Greco, seppure alleati con Totò Riina e Bernardo Provenzano, non tutti erano soddisfatti. Tra gli insoddisfatti c’erano Scaduto, Cosimo Lanza e i fratelli Rosario e Filippo Russo.
Scaduto perse il suo potere, Lanza fu inghiottito dalla lupara bianca nel 1986 e i fratelli Russo scapparono da Bagheria dopo che tentarono di uccidere Filippo.
Sta male, detenzione domiciliare
Il primo arresto di Scaduto è del 1984 per mafia e nel 1993 per l’omicidio Salvo commesso in concorso con Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca e Antonino Gioè. Da allora è sempre stato in carcere.
Nell’aprile 2017 ha ottenuto la detenzione domiciliare a Voghera con il permesso di uscire dalla propria abitazione ogni giorno dalle 10:00 alle 12:00 e dalle ore 18:00 alle 20:00.
I primi incontri
Il 16 aprile 2019 Farinella torna libero per il ricalcolo della pena. Niente più ergastolo. E cominciano i contatti con Scaduto. Il 21 maggio c’è un primo incontro fra i due boss. Si vedono per strada alle 11:30 in compagnia delle rispettive mogli: “… come sei sangue mio… minchia meglio sei Micù”.
Scaduto invita Farinella a casa sua a pranzo: “… te ne vuoi venire a mangiare qua anche”. Poi ci ripensa: “… mi scanto… viene un controllo”. Farinella concorda: “Mi fottono… tutti e… nooo a te è più assai…”, dice ridendo. Il 29 luglio si rivedono. Ancora una volta in presenza delle mogli. Quella di Farinella, Francesca Pullarà (figlia del boss Giovan Battista Pullarà), parla delle vicende giudiziarie del fratello Santi (altro ergastolano) che è in regime di “semilibertà, esce la mattina e rientra la sera”. Scaduto manifesta il proprio disappunto per le vicende giudiziarie, parla di “porcherie che hanno inventato sopra a noialtri… tutto quello che succede è guadagnato…”.
All’ufficio postale
Il 3 ottobre successivo Scaduto è in coda all’ufficio postale di Voghera. Fuori in macchina ci sono Farinella e la moglie. Farinella e Scaduto si appartano. Quando ritorna in macchina il boss di San Mauro Castelverde spiega alla moglie che “Giovanni (Scaduto) si è fatto cambiare l’orario dalle sei alle otto”, riferendosi alle prescrizione.
Il 9 gennaio scorso Farinella fa ritorno a Voghera, dopo una parentesi palermitana. I carabinieri lo monitorano assieme al figlio Giuseppe mentre in macchina raggiunge la casa di Scaduto.
“Graviano è ubriaco”
Il 13 febbraio Farinella e la moglie parlano delle dichiarazioni spontanee rese da Giuseppe Graviano che ha deciso di rompere il silenzio nel corso di un processo a Reggio Calabria: “…. questo che sta parlando ancora parla… ci ficiro il nome di quei parenti di… un picciuttieddu che arrestarono… ma tu manco lo conosci proprio… forse quando tu eri… tu è da trent’anni che sei dentro… questo ne ha ventisei… ventisette anni ha ventotto anni quanti ne ha… tanto è che disse Giovanni ‘ma questo un anno aveva… due anni… tre anni poteva avere allora… come lo conosce’”.
Dunque Farinella sembra avere commentato con Scaduto le dichiarazioni di Graviano. Farinella non crede al boss di Brancaccio: “… questo è ubriaco totale… e lui è innocente dice… lui non si accusa mai però”. Anche la moglie è bene informata, ha letto i giornali: “… va beh le cose sono la strage… di Falcone… il livello politico”.
“E se uccideva Berlusconi?”
Poi parlano di un picciotto che “va be ora no no chi l’avrebbe detto dopo trent’anni di quel picciotto non è che si è fatto pentito subito”. Farinella corregge la moglie: “… ma non è pentito diciamo quasi quasi… mezzo”. Ancora la moglie in un passaggio usa parole inquietanti: “… e se lui uccideva a Berlusconi che faceva?”. Farinella: “… più avanti n’caglia (ottiene) qualche cosa per ora niente c’è”.
Sempre la moglie: “… è che era lo stesso che ci levano il 41 (il regime carcerario del 41 bis)… qualche permesso… questi sono tutti a Roma la famiglia, non ci sono più a Palermo… i figli di lui stanno a Roma … la moglie no a Palermo aspetta… la moglie è a Palermo perché la moglie di Filippo… (dunque è tornata a parlare dei Graviano, in particolare di Filippo, pure lui ergastolano stragista)… la moglie di Filippo è figlia unica e a Roma ci sta pure… la sorella (Nunzia Graviano, ndr)… questa che si è fatta pure il carcere sua sorella”.
Al mercato di Voghera
Infine il 17 marzo Farinella e la moglie vanno al mercato allestito di fronte al duomo di Voghera. Lì c’è Scaduto. Sul telefonino del boss è stato iniettato un virus spia. L’audio però è disturbato. Francesca Pullarà chiede al marito se poco prima avesse dato qualcosa a Scaduto “…ci dasti qualche cosa oggi?…”. Risposta “sì…si”.
Sta parlando di un pizzino? Qual è il contenuto? Ad un certo punto i due boss avrebbero avuto la necessità di affidarsi a biglietti scritti per evitare di essere intercettati? Il messaggio è destinato a qualcuno a Palermo?
Nel capoluogo siciliano si è tornati di recente a parlare dei Greco, cioè dei parenti acquisiti di Scaduto. In particolare, di Leandro Greco, nipote di Michele, il ‘papa’, arrestato due anni fa con l’accusa di essere il capo mandamento di Ciaculli e fra i partecipanti alla nuova cupola di Cosa Nostra. I carabinieri hanno pedinato Leandro Greco che spesso se ne andava in giro con il cugino Giuseppe Greco, 61 anni figlio di Salvatore Greco, il “senatore” suocero di Scaduto. Era con qualcuno a Palermo che Scaduto aveva bisogno di parlare?