Pronti via. Come mai le dimissioni dell’assessore alle Culture? Magari rientreranno, ma…”.
“Ecco la conferma della fatica di servire una città. Io l’ho invitato a ripensarci, apprezzando il suo lavoro e chiedendogli di condividere con me i problemi e le difficoltà, cercando la soluzione”.
Sì ma perché…
“Siamo esseri umani, no?”.
Aspetti che controllo la patente.
“Gli esseri umani alle volte sono stanchi”.
Lei è stanco, sindaco Orlando?
“Non posso permettermi questo lusso. Cioè, la fatica è un lusso che non mi è consentito, per mia scelta, perché sono convinto di potere continuare a dare un contributo fino al 2022”.
No, non è stanco Leoluca Orlando, sindaco d’affezione di Palermo al suo mandato definitivo, anche se il tempo – ci mancherebbe – passa per tutti. Il più recente sondaggio del Sole 24 Ore lo piazza nelle retrovie, all’ultima posizione, in tema di consensi? Beh? Lui si presenta immancabilmente con l’imperturbabilità del giocatore professionista. Avrà un poker o un bluff in mano? Chi può dirlo? Vai a trovarlo ma non sai mai quale sarà l’ultima versione. Se, dietro quelle occhiaie, dietro quegli anni, dietro quell’esperienza, c’è già un diversamente SinnacOllanno pronto a ricominciare, magari su un altro pianeta.
Villa Niscemi, in un pomeriggio di scirocco e di miraggi tra potere e seduzione. Uscieri in mascherina e una riunione in divenire per affrontare la vergogna delle cinquecento bare in attesa di sepoltura al cimitero dei Rotoli. “Sa, io qui ho visto re Juan Carlos, il Dalai Lama…”, sussurra qualcuno. Dalla sua stanza esce il primo cittadino, più Sindaco Orlando che mai. Pronti, via. Si va incominciare.
Dunque, lei non è stanco?
“Non posso permettermi questo lusso, come dicevo. Parliamo del sondaggio?”.
Io non volevo essere subito banale, ma in effetti, la graduatoria del Sole 24 Ore sul gradimento dei sindaci la colloca al centocinq….
“All’ultimo posto, va bene?”.
E lei che ne pensa?
“Pure qualche mese fa ero all’ultimo posto. Eravamo, cioè, agli ultimi posti, al minimo, tra le città capoluogo per numero di morti e di contagio da Covid e si parlava di me come uno degli amministratori più amati d’Italia che aveva evitato il disastro. Ne sono orgoglioso. Nei mesi del lockdown non abbiamo lasciato indietro nessuno, distribuendo in maniera ineccepibile risorse a vecchi e nuovi poveri. E non lasceremo indietro nessuno”.
E allora?
“I sondaggi sono sempre un elemento di riflessione. Sapendo che ce n’è uno prima e uno dopo, quindi un sondaggio fra più sondaggi. Penso che questo abbia evidenziato le ferite profonde lasciate nella città dalla crisi economica”.
Soltanto?
“No. C’è anche chi non gradisce la gestione pubblica dei rifiuti, dell’acqua, il tram, la mobilità sostenibile. Il tema è che c’è chi sta soffrendo per la situazione che si è creata. Sono vicino a questo disagio, mi ci riconosco, per come faccio io il sindaco. Ho pure ricevuto tantissimi attestati di stima. Ma, come ho detto, comprendendo il disagio, mi riconosco pure in quelli che criticano. Però…”.
Però?
“Bisogna risolvere le questioni. Durante i mesi dell’emergenza non c’è stata una mia foto in giro, perché non mi sono fatto fotografare davanti ai droni o agli elicotteri. Non è il mio compito. Avevo un obiettivo che, per adesso, e spero di non ricredermi, è raggiunto: proteggere al meglio la salute dei cittadini. Ci siamo riusciti. Ringrazio tutti e potrei dirmi bravo da solo. La verità è che i palermitani amano la vita e hanno rispettato le regole. Pure quelli che, di solito, non le rispettano”.
Però, mutando scenario, la vergogna dei Rotoli resta.
“Scendiamo nel dettaglio. E’ qualcosa di gravissimo che risolveremo con un cronoprogramma. C’è stato, tra l’altro, un problema di raccordo con l’Asp che stiamo superando in perfetta armonia, li ringrazio, anzi, per lo spirito di collaborazione”.
La mobilità….
“Il tram va avanti, sempre più funzionale, abbiamo sbloccato progetti e c’è un orizzonte preciso”.
I rifiuti…
“Cioè la munnizza. E’ normale che si impieghi un mese per dare alla Rap i soldi previsti anche in base a una legge regionale? E’ normale che ci siano ritardi pure sul contratto di servizio? Noi stiamo governando con azioni concrete. Pretendo che la giunta faccia di più, certo. E che gli assessori si espongano in prima persona anche con le conferenze stampa. Vogliamo parlare delle cricche?”.
Le cricche?
“Prima che io facessi il sindaco c’era una sola cricca che governava. Ora si sono moltiplicate, anche se non governano più. C’è in atto uno scontro tra cricche rispetto al quale il sindaco e l’amministrazione sono estranei. E’ chiaro?”.
Di che natura, scusi, sindaco, non sarà un’arma di distrazione di massa?
“La mafia esiste ancora, no? La novità, come dicevo, è che non governa più la città. Specificando che, ovviamente, non tutto il malaffare è mafia. Il futuro resta il cambio culturale”.
Il presente, purtroppo, narra di un panorama palermitano per molti aspetti desolante. Non ha proprio alcuna autocritica da rivolgere a se stesso?
“Ma io sono fortemente autocritico. La mia visione è molto più alta delle cose che riesco a realizzare. Se tu tieni l’asticella in alto potranno rimproverarti di non averla raggiunta. L’unico rimedio per stare tranquilli è abbassarla fino a terra. Mi si dia atto che non sono il tipo”.
Lei rimarrà al suo posto fino all’ultimo giorno del suo mandato?
“Sicuramente. Da trentacinque anni leggo necrologi su di me e sono qua”.
Il suo successore?
“Gli auguro di avere un’esperienza normale, non sperimentando la fatica che è toccata a me”.
A un certo punto la sua sindacatura sarà terminata. Con che bilancio?
“C’è ancora tempo. Matteo Salvini ha dichiarato che sta lavorando affinché Orlando e De Magistris siano un brutto ricordo. Intanto io sono un brutto incubo. Per lui”.