Amministrative, tra Pd e M5s un matrimonio che non decolla

Amministrative, tra Pd e M5s|un matrimonio che non decolla

Corse in solitaria ad Agrigento, Enna, Augusta e Marsala, intese a Termini e Barcellona in schieramento con Fava

PALERMO – Uniti al governo ma ancora divisi nelle battaglie più grandi delle Amministrative siciliane d’autunno. Il matrimonio politico tra Partito democratico e Movimento cinque stelle che tiene Giuseppe Conte a Palazzo Chigi stenta a decollare nell’Isola. Mancano ancora diverse settimane alla consegna delle liste ma il quadro che si delinea vede i dem e i pentastellati giocare battaglie autonome in quasi tutti i grossi centri al voto nella prima settimana di ottobre. I rapporti tra i dem e i pentastellati sono buoni, irrobustiti anche dalla opposizione al governo Musumeci all’Ars, ma i tempi per le intese elettorali estese non sono ancora maturi, bisognerà attendere che il feeling si rafforzi e sia in grado di vincere anche le resistenze locali che si registrano quando si tratta di trovare l’idea vincente per un candidato sindaco. In questa tornata elettorale, però, due, o forse tre, eccezioni: Termini Imerese e Barcellona Pozzo di Gotto, dove lo schieramento Pd-M5s potrà contare anche sull’apporto di liste che si rifanno all’esperienza dei Centopassi di Claudio Fava all’Ars. Non è esclusa, in extremis, anche una alleanza a tre a Milazzo.

A ENNA TRATTATIVE SALTATE

In Sicilia come a Roma, quindi, dove Virginia Raggi ha annunciato la ricandidatura facendo storcere il anso al dem Andrea Orlando, che con un tweet ha lasciato intendere battaglia. Trattative saltate a Enna, dove il Movimento cinque stelle candiderà la consigliera comunale uscente Cinzia Amato. “La corda è stata tirata troppo e si è rotta”, hanno annunciato i grillini ennesi salutando ogni possibile accordo. Il Pd ha trovato in Dario Cardaci lo sfidante per il sindaco uscente Maurizio Dipietro.

TUTTI CONTRO TUTTI AD AGRIGENTO

Niente accordo, a meno di clamorosi sviluppi in extremis dettati anche da pressioni della deputazione nazionale grillina, ad Agrigento, dove la consigliera Marcella Carlisi ha già presentato la propria lista ed è in attesa del timbro dei vertici M5s. Se la vedrà con l’ex sindaco Marco Zambuto (centrodestra) e l’uscente Lillo Firetto, che ha incassato il sostegno del Pd e di alcune liste civiche. In lizza anche Franco Miccichè e Aldo Piazza, mentre i Centopassi, Articolo 1 e i movimenti civici giocano la carta Angela Galvano, consigliera comunale uscente che punta molto sul buon risultato raggiunto dall’area Fava alle ultime Regionali in città.

STRADE DIVISE M5S-PD ANCHE A MARSALA

Strade separate tra dem e pentastellati anche a Marsala, dove le cinque stelle sventoleranno sopra al nome del consigliere uscente e candidato sindaco Aldo Rodriquez mentre il Partito democratico sosterrà l’uscente Alberto Di Girolamo, che punta a una riconferma. La candidatura di Rodriquez ha fatto registrare i mal di pancia della deputata nazionale trapanese Piera Aiello: la parlamentare ha annunciato che non sosterrà alcun candidato a Marsala. A calmare le acque è stato il capogruppo M5s all’Ars Giorgio Pasqua: “Rodriquez è il nostro nome a Marsala e lo sosterremo”, ha assicurato. Nella quinta città della Sicilia, inoltre, i vertici provinciali del Pd e Centopassi lavorano all’intesa a sostegno di Di Girolamo.

L’INTESA CORRE SULLA FASCIA TIRRENICA

Intesa conclusa, invece, tra Pd e Movimento cinque stelle lungo l’asse tirrenico che da Termini Imerese porta a Barcellona Pozzo di Gotto e poi, probabilmente, fino a Milazzo. A Termini, sotto la regia del deputato regionale Luigi Sunseri, i dem sosterranno la candidatura della consigliera uscente Maria Terranova, già collaboratrice di Salvo Siragusa all’Ars ed eletta tra i facilitatori del movimento. Un nome molto in vista nella città dell’ex stabilimento Fiat e che ha ricevuto l’avallo del Pd e dei Centopassi. I grillini a Barcellona convergeranno su Antonio Mamì, che arriva dall’esperienza della sinistra civica e di Maria Teresa Collica. Anche in questo caso si troverà l”intesa con il movimento di Fava, che qui come a Milazzo e a Termini presenterà una propria lista, replicando la ‘formazione tipo’ dell’opposizione al centrodestra all’interno dell’Assemblea regionale siciliana. Centopassi e Pd insieme a Carini, nel Palermitano, a sostegno del sindaco uscente dem Giovì Monteleone, mentre i Cinquestelle punteranno su uno storico attivista, Ambrogio Conigliaro.

AUGUSTA, DI PIETRO CI RIPROVA

Ad Augusta, grosso centro del Siracusano, la candidatura dell’uscente Cettina Di Pietro, una delle prime fasce tricolori del movimento in Sicilia, blocca in partenza ogni dialogo tra il mondo pentastellato e quello dei democratici che a loro volta non presenteranno simbolo dividendosi tra la candidatura di Pippo Gulino e quella di Massimo Carrubba: quest’ultimo potrà contare anche sul mondo della sinistra cristallizzatosi attorno alla lista Democratici e progressisti. Situazione speculare a Bronte, in provincia di Catania: qui il Pd punta sul sindaco uscente Graziano Calanna, mentre tra i Cinquestelle nelle ultime ore è emersa la candidatura dell’ex consigliera Valeria Franco: “Stiamo lavorando ad una lista, ma soprattutto ad un progetto che cercheremo di realizzare con tutte le nostre forze”, ha affermato.

LA CHIAVE DI LETTURA DI PD E M5S

“Nella scelta delle alleanze abbiamo dato un grande peso al lavoro dei circoli locali – spiega il segretario regionale dem Anthony Barbagallo -. Valorizzando il ruolo degli iscritti. Nella mappa dei comuni al voto sperimentiamo per la prima volta in Sicilia l’alleanza con il M5s in un paio di comuni. Nel Catanese grande sinergia con Italia viva e in diverse realtà andremo a braccetto con Articolo 1. Il centrosinistra tradizionalmente in Sicilia si caratterizza con una forte presenza di storie personali legate alla società civile che anche in questa tornata elettorale sarà evidentissima”. Sul fronte M5s parla il deputato regionale messinese Antonio De Luca: “Tra Pd e M5s si sta seguendo un percorso comune a livello nazionale e anche all’Ars condividiamo l’opposizione al governo Musumeci – spiega -. Sul territorio possono nascere momenti di dialogo e punti programmatici comuni, ma le alleanze non sono un obbligo. In alcune realtà ci sono stati percorsi condivisi ed è naturale giungere a una sintesi – conclude -. Il M5s concepisce le alleanze come una somma di valori e non di numeri per vincere a tutti i costi”.


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