Scusi, Presidente Conte, con tutto il rispetto, che bisogno c’era di aspettare?
Ieri, nell’ormai famoso vertice romano con il presidente Musumeci e il sindaco Martello, il governo si è impegnato con una forza che prima non aveva mostrato sulle persone migranti, un’emergenza soprattutto in epoca di Coronavirus. Sì, ‘persone’, prima che migranti: elemento centrale che si tende, talvolta, a sottovalutare.
Le sue parole, Presidente, sono state chiarissime, sempre aspettando la conferma dei fatti. Citiamo appena un estratto: “Lampedusa merita misure economiche di favore, con specifico riguardo a sospensione di adempimenti e versamenti, anche arretrati. La sofferenza economica, e non solo, merita una risposta forte dello Stato. Sul fronte della gestione interna, invece, tra giovedì e venerdì arriveranno due navi di grandi dimensioni e contiamo così di svuotare Lampedusa. Siamo pronti a rafforzare la sorveglianza sanitaria dei migranti per garantire la massima sicurezza della popolazione”.
E non si poteva fare prima? La promessa di svuotamento dell’hotspot ormai al collasso e di una maggiore attenzione non poteva essere formulata in tempo utile, evitando le polemiche, una ordinanza rabberciata e la sgradevole impressione di una prova di forza tra istituzioni?
Se il governo, insomma, era pronto a tendere la mano, perché si è perso del tempo prezioso?
Un suggerimento, forse utile: la prossima volta si operi celermente, non nascondendo sotto il tappeto un problema che è evidentissimo a prescindere dalle reciproche propagande.
La strada necessaria per affrontarlo, infatti, è la collaborazione tra le istituzioni. Sempre che si voglia davvero collaborare.