Musumeci, Micciché e la Lega: patto del fico d'india - Live Sicilia

Micciché, Musumeci e la Lega|Il “Patto del fico d’india”

Tutti insieme a Catania per Salvini. Lontani gli screzi del passato.

CATANIA – “La politica italiana in generale ha bisogno di querce ed è invece piena di bonsai. Il punto di forza del centrodestra sono le opposizioni perché lavorano per noi”. Alberi, prospettive politiche e frutti. Nello Musumeci interviene dal palco della Lega a Catania, sebbene il suo nome non fosse in agenda. Un fuori programma che si conclude con una scorpacciata di fichi d’india. Un’idea di Stefano Candiani, che ha voluto così concludere la tavola rotonda su Nord, Sud e Autonomie con al fianco Giancarlo Giorgetti e il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché e la giornalista di Rete4 Veronica Gentili. Anzi, è addirittura del presidente Ars il suggerimento giornalistico di parlare di “patto del fico d’india”.

Il patto del fico d’india

Una suggestione invitante per gli esperti del genere pattizio-culinario. In realtà non c’è nessun nuovo accordo su cui brindare. Succede invece che il centrodestra si ritrova compatto a Catania, mentre il leader Matteo Salvini va sotto processo per la gestione del caso Gregoretti. Si ritrova paradossalmente al fianco del leader del Carroccio proprio su di un tema, quello della gestione dei flussi migratori, che aveva suscitato i distinguo di Micciché e la Forza Italia siciliana. 

Sembra quasi una vita fa. E di acqua ne è passata, assieme alla parentesi gialloverde. Torna invece la più classica delle polarizzazioni, centrodestra centrosinistra (o quasi). “Noi ora abbiamo 15 regioni quindi dobbiamo ringraziarli – dice Musumeci guardando ai Pd e ai Cinque stelle – Non hanno idea di Italia o di Nazione. Non sanno dire quale ruolo l’Italia deve giocare ne contesto internazionale. Sono prigionieri delle lobby, rancorosi nei confronti degli avversari che considerano nemici. La mutazione antropologica dei grillini meriterebbe un’enciclopedia. Questo succede perchè una forza politica non è solida, non ha alle spalle una storia vissuta”.

La Lega siciliana

Musumeci guarda intanto con favore alla presenza del Carroccio nell’Isola. ”Quando la classe dirigente leghista è all’altezza del compito e riesce a interpretare le esigenze dei siciliani – ha detto il governatore – è chiaro che la Lega diventa un partito nazionale attento anche al mezzogiorno. Io credo che serva una classe dirigente che venga anche da esperienze diverse ma che siano scelte sofferte, consapevoli, dettate sì dall’ambizione ma l’ambizione deve essere il punto d’approdo. Occorre dare al centrodestra una forza politica nazionale”.

Unità del centrodestra

Anche Micciché guarda all’unità della coalizione e alla necessità di non correre in maniera disarticolata anche alle Amministrative. Arriva anche la stoccata alla compagine che sostiene il premier Giuseppe Conte:  “La maggioranza di Governo non esiste concettualmente come coalizione. E’ una maggioranza che rappresenta questo momento della vita dei Cinquestelle e del Pd, ma che certamente non e’ alleanza”. E aggiunge: 

“Lo stiamo vedendo, anche in Sicilia, nei Comuni dove si vota. Solo in due su 61 M5S e Pd sono riusciti a fare l’alleanza. Mentre il Centrodestra – dice Micciché – fino a prova contraria unito in Italia come in Sicilia, magari con rapporti di forza diversi”.

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