CATANIA – Si riapre il dibattimento nel processo d’appello che vede alla sbarra il musicista Giulio Arena per l’omicidio del giardiniere Natale Pedalino, ucciso con 75 coltellate il 19 dicembre 2015. La Corte d’Appello d’Assise di Catania, presieduta dalla giudice Elisabetta Messina, ha sciolto la riserva su alcune richieste istruttorie da parte degli avvocati Giovanni Avila e Vittorio Basile, difensori dell’imputato. Saranno quindi svolte ulteriori attività, tra cui una perizia tecnica e l’interrogatorio di un teste.
“La Corte ritiene necessario – si legge nell’ordinanza – ai fini della decisione l’espletamento di perizia tecnico-informativa sui filmati estrapolati dalle telecamere installate lungo il percorso fino alla contrada Cotoniera allo scopo di verificare la presenza di un passeggero a bordo della vettura Subaru Forester dell’imputato”.
Inoltre la “Corte ritiene necessaria l’audizione del teste Maresciallo Marco Di Bartolo al fine di chiarire le modalità del mancato riconoscimento dI Arena trattandosi di incombente che può eliminare eventuali incertezze”.
Inoltre è stata disposta l’acquisizione di una cnr, come è stato richiesto dalla Pg Iole Boscarino.
Giulio Arena è stato condannato in primo grado all’ergastolo. Il movente che avrebbe scatenato la furia omicida del musicista sarebbe collegato ad uno screzio sulla spartizione di alcuni fusti d’olio. Quel maledetto 19 dicembre 2015, Pedalino si è incontrato con Arena in piazza del Purgatorio a Paternò. Un incontro confermato anche dal musicista. Pedalino sarebbe salito nell’auto di Arena: i due poi sarebbero arrivati in contrada Cotoniera dove il musicista avrebbe ucciso con un fendente il giardiniere.
È per questo che la perizia sui filmati, affidata all’Assistente Capo Coordinatore della Polizia di Stato in servizio nel gabinetto regionale della Polizia Scientifica di Palermo, assume un’importante valenza nel dibattimento d’appello.