"In Sicilia no a un lockdown, se non selettivo"

“In Sicilia no a un lockdown,|se non selettivo”

Parla l'assessore alla Salute Razza. Critiche da Articolo Uno
CORONAVIRUS
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CATANIA – “Nei mesi scorsi il numero di tamponi era bassissimo e quello dei ricoveri dieci volte quelli attuali, quindi la strategia messa in atto dalla Regione sta dando i suoi frutti. Noi stiamo valutando un provvedimento che non vedrà il lockdown se non selettivo in alcune aree. La scelta della Regione sarà quella di fare quanto più è possibile test diagnostici per rilevare anche i positivi asintomatici. I tempi di ospedalizzazione ci dicono che il dato medio è di 5-6 giorni, ed è significativamente più basso”. Lo ha detto l’assessore alla Salute della Regione Siciliana, Ruggero Razza, a margine dei lavori, al teatro Bellini di Catania, su ‘La sanità post Covid-19’.

Critiche sul governo regionale, però, da Articolo Uno. “I numeri che segnalano una crescita quotidiana dei contagi, delle quarantene e dei ricoveri impongono un salto di qualità nella gestione dell’emergenza sanitaria in Sicilia”, afferma il segretario regionale Pippo Zappulla. “Sono del tutto inutili – osserva Zappulla – le generiche rassicurazioni dell’assessore Razza. La verità è che stiamo pagando l’inerzia e l’inadeguatezza del governo Musumeci, che ha fatto trascorrere pressoché inutilmente questi mesi anziché approfittarne per dotare la Sicilia di servizi sanitari adeguati. I dati ci dicono che la nostra regione ha la maggiore percentuale di infettati da Covid-19 ospedalizzati, per cui si rischia di nuovo il caos, con pericolose promiscuità in ospedali ingolfati che potrebbero essere presto costretti a rinviare se non bloccare le cure per le patologie ordinarie, e con il personale sanitario inevitabilmente esposto al pericolo di contagio”. Secondo Zappulla “è tempo che il governo regionale si dia una mossa ed è urgente organizzare un monitoraggio costante per individuare eventuali focolai. Che si facciano sempre più tamponi, che si attrezzi ogni provincia con strutture dedicate esclusivamente al Covid e che si potenzino i reparti di terapia intensiva – conclude -. Fare tutto ciò non è allarmismo, ma saggezza”.


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