Calatabiano, ombre sul comune: il blitz, il pentito, i veleni - Live Sicilia

Calatabiano, ombre sul comune: il blitz, il pentito, i veleni

Mentre il sindaco rimane in silenzio arriva il duro attacco dei consiglieri d'opposizione.
L'ACCESSO ISPETTIVO ANTIMAFIA
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CALATABIANO – Dureranno tre mesi – prorogabili di altri tre – le indagini della commissione prefettizia che si è insediata ieri a Calatabiano. Un lavoro, come prevede il provvedimento disposto dal prefetto di Catania Claudio Sammartino su input del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, che avrà lo scopo di “accertare e verificare” se all’ombra del castello arabo-normanno ci siano state “forme di infiltrazione o di condizionamento di tipo mafioso”. A supportare l’attività dei commissari, le forze investigative e di polizia giudiziaria del territorio. 

Lo scioglimento nel 2000

Non è la prima volta che il comune è al centro di sospetti legati alla criminalità organizzata. Già nel 2000 il comune è stato sciolto per mafia. Il sindaco Giuseppe Intelisano, lo stesso che è in carica al momento, era rimasto coinvolto in un’inchiesta che finì però con un’assoluzione piena del primo cittadino. 

Il blitz Isola Bella dello scorso anno


La notizia, diffusa ieri da una nota stampa ufficiale della Prefettura, sembra non aver sorpreso più di tanto la comunità della suggestiva cittadina al confine con la provincia messinese. Che qualcosa doveva accadere era già nell’aria almeno da un anno. Almeno da quando è arrivato l’avviso di conclusione indagini del blitz Isola Bella, inchiesta che ha inferto un duro colpo al clan mafioso dei Cintorino (alleati dei Cappello di Catania) che hanno fatto di Calatabiano sin dagli anni 90 la loro roccaforte criminale. Già nell’estate del 2019, quando è scattata la maxi retata della Guardia di Finanza, erano emerse intercettazioni e capi d’imputazione che portavano a gare (in particolare di un parcheggio) relative però al 2014 che rendevano ombrose alcune gestioni da parte dell’amministrazione comunale.

Il pentimento di Carmelo Porto

In particolare i collegamenti grigi interessavano il referente dei Cintorino Carmelo Porto, che alcuni giorni dopo l’arresto ha deciso di voltare pagina e collaborare con la giustizia. E chissà che anche dai suoi verbali non siano emersi elementi o input che hanno portato ad avviare l’acceso ispettivo al comune. 

I veleni dopo la chiusura indagini

In quell’imputazione relativa alle rivelazioni in merito alle offerte della gara pubblica per il parcheggio del litorale San Marco è spuntato il nome di un imprenditore, con vecchi guai con la giustizia poi superati, che lo scorso dicembre – dopo aver letto gli atti di Isola Bella – ha rilasciato un’intervista al quotidiano La Sicilia lanciando un pesante j’accuse al sindaco Intelisano.

Da quel momento si è aperta una stagione di veleni ed esposti alla magistratura relativi proprio all’attuale amministrazione comunale.

Il silenzio della maggioranza

Da parte della giunta e della maggioranza – almeno fino ad oggi pomeriggio – non è arrivato alcun commento ufficiale. Non ci sono comunicati né sui canali social ufficiali né sulla pagina dell’ufficio stampa del Comune di Calatabiano. L’ultima nota riguarda gli auguri di natale del Sindaco. 

Duro attacco dell’opposizione comunale

Ha invece rotto il silenzio l’opposizione. I consiglieri comunali Antonio Filippo Petralia, Francesco Franco, D’Allura Silvana D’Allura e Giuseppe Briguglio Giuseppe passano all’attacco e si mettono a disposizione degli ispettori. “L’accesso ispettivo antimafia al Comune di Calatabiano disposto dal Prefetto di Catania non ci ha per niente sorpreso – affermano – anche perché da diverso tempo avevamo sensibilizzato le istituzioni democratiche del governo nazionale a verificare la regolarità e legalità dell’azione amministrativa locale, soprattutto dopo aver appreso, tramite la lettura di copiosi atti di trascrizione di intercettazioni telefoniche resi accessibili a conclusione dell’operazione giudiziaria della procura di Catania risalente allo scorso giugno 2019 denominata “Isola Bella”, la presenza di gravissimi elementi di indagine concernenti degli anomali rapporti con le organizzazioni mafiose locali a carico del primo cittadino sia in tema elettorale che nella gestione dei pubblici appalti”. 

La lettura di quelle intercettazioni aveva portato i consiglieri, lo scorso dicembre, a presentare un’interrogazione diretta al sindaco Giuseppe Intelisano affinché si presentasse al consiglio comunale per fare chiarezza, ma “nonostante la nostra successiva reitera – scrivono ancora i quattro dell’opposizione –  Intelisano si rifiutò di partecipare alla seduta pubblica del Consiglio comunale adducendo motivazioni ritenute da noi incoerenti e pretestuose”. I consiglieri accusano il sindaco di essere promotore di iniziative di “legalità antimafia” solo di facciata. E citano “il cambio di intitolazione di una parco pubblico a favore di una vittima della mafia” o “l’inaugurazione con inviti altisonanti alle istituzioni militari e politiche per l’inizio dei lavori di un’area mercatale da realizzarsi su un immobile confiscato alla mafia”. Ma proprio su quest’ultimo progetto i consiglieri evidenziano di aver “presentato due interrogazioni sull’abnorme costo dei lavori e sul mancato utilizzo della struttura”. La mancata apertura del pubblico sarebbe però dovuta al rinvio dell’inaugurazione che avrebbe dovuto avere come padrino “l’ex Procuratore Capo della Repubblica di Palermo Caselli”. I consiglieri – scrivono – che l’evento è stato rinviato “per questioni di covid”. Non solo reazioni politiche, i consiglieri vogliono vederci chiaro su quanto sta accadendo. Ed infatti hanno chiesto formalmente al segretario comunale di ottenere “copia dell’atto del Prefetto Sammartino che ha istituito la commissione ispettiva”. 

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