PALERMO – Ciclostilati, stampati, volantini, appunti manoscritti e dattiloscritti, dispense, opuscoli, riviste e ritagli di giornale. Sono i preziosi documenti unici custoditi nell’archivio della “Biblioteca delle donne e Centro di documentazione Anna Nicolosi Grasso”, a Palermo, nella sede della Casa delle donne in via Lincoln. Ma non è tutto, oltre alle prove cartacee si può trovare anche una ricca documentazione di diapositive degli anni Cinquanta e Settanta, un centinaio di foto e una trentina di manifesti significativi datati a partire dal 1948. Un insieme di testimonianze importanti per ricostruire una storia originale e comprendere il senso del lavoro politico portato avanti da donne di diversa collocazione sociale, nonché di differenti generazioni.
Tutto iniziò quando Lina Caffaratto Colajanni, una delle fondatrici insieme ad Anna Nicolosi Grasso nel lontano 1945 dell’Unione Donne Italiane di Palermo, decise di iniziare a raccogliere tutto quello che riguardava l’attività svolta dalle donne dell’UDI. Erano gli anni Ottanta: tassello dopo tassello e notizia dopo notizia, inizia a prendere forma quello che poi diventerà l’archivio di Palermo. Nel 2008 è stato riconosciuto patrimonio storico e in seguito è stata effettuata la regolare sistemazione e classificazione dei documenti a cui si sono aggiunti fondi di notevole valore.
È una miniera in cui è possibile attingere informazioni, notizie sulla ricca e complessa storia del movimento delle donne, purtroppo ancora pochissimo conosciuta. Dagli anni del Dopoguerra in cui l’attività prevalente delle donne dell’associazione era di aiuto e assistenza per le condizioni di miseria estrema dei quartieri popolari alle battaglie per i diritti fino agli anni intensi del femminismo. Dalla richiesta e organizzazione di un numero maggiore di colonie per le bambine e i bambini che mangiavano a stento alla battaglia per avere una legge che consentisse l’aborto togliendolo dalla vergognosa clandestinità, causa a volte di morte per le donne più povere. E ancora la battaglia per lo spignoramento dei beni di prima necessità. Negli anni ‘50/’60 le famiglie delle classi popolari per avere un po’ di denaro liquido e fare fronte alle spese indispensabili impegnavano al Monte di Pietà le poche cose che possedevano: lenzuola, materassi, coperte, indumenti. Non avendo la possibilità di riscattarle, in inverno erano prive del necessario per proteggersi dal freddo. L’UDI si fece promotrice di un’azione pubblica efficace volta ad ottenere lo spignoramento gratuito dei beni non preziosi.
È anche attraverso l’archivio che è stato scoperto che in Sicilia nascono alcune battaglie significative, come quella della graduatoria unica per insegnare nella scuola elementare. “Negli anni Cinquanta c’era un sistema che favoriva in maniera vergognosa i maestri, nonostante fossero in minoranza – racconta Daniela Dioguardi, docente in pensione e componente dell’UDI Palermo – in quel periodo Anna Nicolosi Grasso era deputata nazionale e presentò una legge sulla graduatoria unica. La battaglia, partendo dalla Sicilia, precisamente dalle Madonie, diventò nazionale – continua la professoressa – e coinvolse tutte le maestre italiane. Così nel 1965 diventò finalmente legge. È importante ricordarla anche perché smentisce lo stereotipo dell’arretratezza delle donne siciliane”.
Ma tornando alla Biblioteca delle donne e Centro di documentazione Anna Nicolosi Grasso: nasce all’interno dell’UDI, nel 1987 come luogo fisico e simbolico di pensiero e parola femminili. Nel 1988 si forma il gruppo di “Pedagogia della differenza”, insegnanti che da allora lavorano per formare docenti su una pedagogia fortemente innovativa che pone al centro il fatto che i soggetti della educazione/formazione sono due: maschi e femmine. Nel 2017, edito da Carocci, è uscito il testo “Insegnare la libertà a scuola”, curato da Mariella Pasinati, presidente di UDI Palermo, che raccoglie le relazioni e i lavori prodotti in tre anni di corso di formazione regionale per contrastare la violenza maschile sulle donne. La biblioteca delle donne è l’unica in Sicilia e possiede un patrimonio bibliografico che ha raggiunto una consistenza di circa sei mila libri regolarmente inventariati e catalogati, il cui nucleo originario è stato, in massima parte, frutto di donazioni individuali. Raccoglie opere delle autrici più rappresentative nel campo della letteratura, della politica, della pedagogia, della storia, della psicologia, della filosofia, della scienza. Alcuni anni fa è stata digitalizzata e inserita nel sito “Librarsi” del comune di Palermo a cui si può facilmente accedere online per cercare i libri che servono. Sono inoltre raccolte intere annate delle storiche riviste: “Noi Donne”,“Leggere Donna”, “Via Dogana”, “DWF”, “Mezzocielo”, “Il Paese delle Donne”,“Reti”, “Memoria”, “Legendaria”, “Genesis”.
Come ogni biblioteca il luogo è aperto al pubblico, grazie alla passione e al lavoro volontario delle femministe di UDI Palermo, ed è possibile prendere in prestito dei libri o leggerli sul posto. Al suo interno vengono presentati libri, si svolgono incontri con scrittrici, si realizzano seminari/dibattiti di storia, di letteratura, di politica che tendono a fare emergere un punto di vista diverso da quello predominante maschile, ma si organizzano anche feste. “Neppure la pandemia – dice Daniela Dioguardi – è riuscita a fermarci. Ha, purtroppo, spostato molte delle attività sui mezzi tecnologici, impedendoci di incontrarci in carne ed ossa. Insomma la nostra è un’intensa attività nutrita dall’amore per la libertà femminile”.