Il Consiglio dei Ministri non ha impugnato la legge regionale 1 del 2021, cioè la legge che approvava l’esercizio provvisorio 2021. La decisione del governo centrale arriva nell’ambito di un’intesa raggiunta la giunta Musumeci che consente di concludere anche i contenziosi costituzionali insorti sulle leggi regionali del 2020 n. 33, relativa alle variazioni di Bilancio, e n. 36, concernente disposizioni urgenti in materia di personale e proroga di titoli edilizi. Le due leggi erano state impugnate dal consiglio dei ministri ma Roma e Palermo hanno raggiunto un’intesa grazie al confronto tra il vicepresidente della Regione ed assessore all’economia, Gaetano Armao, ed i ministeri guidati da Maria Stella Gelmini (Affari regionali) e Daniele Franco (Ministero dell’economia e le finanze). L’intesa prevede non solo la mancata impugnativa della disposizione del 2021, ma anche la rinuncia ai ricorsi proposti in Corte costituzionale dallo Stato avverso le due leggi del 2020 su questioni di ordine formale e inerenti il principio di annualità del bilancio.
L’accordo con il governo
«Nel disegno di legge di stabilità, attualmente in discussione all’Ars – dice l’assessore Gaetano Armao – sarà effettuata l’abrogazione delle norme controverse nelle leggi impugnate. Si concretizzano così le rassicurazioni che il governo regionale aveva già dato nei giorni scorsi circa l’avanzato stato di definizione degli accordi con lo Stato. Un elemento – conclude Armao – che può, adesso, consentire di accelerare nella definitiva approvazione dei documenti finanziari per il 2021».
In sostanza, la Regione effettuerà alcune abrogazioni di disposizioni controverse delle leggi impugnate, inserendole nella finanziaria in discussione all’Ars, con le quali potranno considerarsi superate le questioni che avevano animato il dibattito parlamentare iniziale sui documenti finanziari regionali del 2021. Per giorni infatti in Aula si è parlato dell’alone di incertezza che gravava sui documenti contabili a seguito dell’impugnativa. Le preoccupazioni delle opposizioni avevano trovato sponda nella presidenza dell’Assemblea, con tanto di botta e risposta tra Gianfranco Micciché e Nello Musumeci in aula. Il governatore aveva dato rassicurazioni in quella sede, che adesso vengono corroborate dall’intesa raggiunta col governo nazionale.
Finanziaria e tensioni forziste
Sullo sfondo della battaglia sulla finanziaria restano le tensioni interne a Forza Italia. Con Silvio Berlusconi che sarebbe intenzionato a superare la guida di Gianfranco Micciché in Sicilia, con quest’ultimo che dovrebbe dedicarsi solo alla presidenza dell’Ars. I forzisti siciliani hanno fatto quadrato attorno a Micciché, che non lascia (lo ha detto all’ex Cavaliere con toni decisi), ma il documento a difesa del leader non è stato firmato tra gli altri dagli assessori regionali Armao e Marco Falcone. Il futuro del partito in Sicilia è ancora tutto da capire e queste tensioni possono ripercuotersi sul tormentato cammino della manovra. Come già, fanno notare da Palazzo, si è visto sulla norma della Bei, fortemente voluta da Armao e richiesta da Sicindustria, impallinata dai franchi tiratori.