CATANIA – Servirà almeno un’altra udienza al pm Rocco Liguori per completare la requisitoria del processo abbreviato (battezzato come ‘Thor’) che riguarda oltre 20 omicidi di mafia. Alla sbarra mandanti, killer e sicari di Cosa nostra che hanno ucciso soldati dei clan rivali o innocenti. Una lunga scia di sangue che abbraccia due decenni (89 e 90) e arriva fino al 2007, anno in cui è stato ingoiato dalla lupara bianca Angelo Santapaola, cugino del padrino Nitto, e il suo guardaspalle Nicola Sedici. (LEGGI QUI LA LISTA)
Il pentito Squillaci
Sono state le dichiarazioni di Francesco Squillaci “Martiddina” che hanno permesso di riaprire faldoni impolverati e riempire pezzi di mosaico rimasti vuoti. Molti omicidi sono rimasti, infatti, irrisolti per diverso tempo. Alcuni invece erano stati svelati solo in parte.
L’udienza a Bicocca
L’udienza di oggi, che si è svolta a Bicocca, si è protratta per tutta la mattina. Il sostituto procuratore della Dda ha esaminato varie posizioni processuali mettendo in fila quanto emerso dalle indagini svolte dal Ros dei Carabinieri che hanno cristallizzato una delle pagine più nere della storia criminale della città di Catania. Gli anni dove si contavano cento morti ammazzati ogni anni. Altro che ‘mattanza’.
Gli imputati, i nomi
Maurizio Avola (collaboratore), Santo Battaglia, Filippo Branciforte, Enrico Caruso, Giovanni Cavallaro, Giuseppe Cocuzza, Nunzio Cocuzza, Orazio Benedetto Cocimano, Umberto Di Fazio (collaboratore), Francesco Di Grazia, Natale Di Raimondo (collaboratore), Aldo Ercolano (classe ’60), Salvatore Natale Fascetto, Ivan Natale Filloramo, Santo La Causa (collaboratore), Ferdinando Maccarrone (collaboratore), Francesco Maccarrone, Marcello Magrì, Orazio Magrì, Natale Cesare Patti, Aurelio Quattroluni, Giuseppe Raffa (collaboratore), Vincenzo Santapaola (figlio di Nitto), Giuseppe Squillaci, Nicolò Squillaci, Nunzio Zuccaro.