PALERMO- C’è anche la donna boss fra i 26 arrestati del blitz anti droga del commissariato di Partinico. In carcere è finita Antonina Vitale, 59 anni, assieme al marito Leonardo Casarubia e al figlio Michele. Anche sui di loro si sono concentrate le indagini degli agenti guidati dal dirigente Carlo Nicotri.
La donna è sorella di Vito e Leonardo Vitale, i “Fardazza” storici capomafia di Partinico. Fu arrestata nel 2004 e condannata per associazione mafiosa. Nella gerarchia della dinasta mafiosa era appena un passo indietro alla sorella Giusi che aveva preso le redini del clan subito dopo l’arresto dei fratelli.
Il giudice per le indagini preliminari Walter Turturici sottolinea che le indagini “dimostrano che Vitale Antonina non ha avviato il benché minimo percorso di emenda, assumendo, anzi, un ruolo di primario rilievo a Partinico nel settore degli stupefacenti, in particolare in quello dello smercio di droga pesante del tipo cocaina”.
Una figura carismatica, la sua, “in piena continuità rispetto allo storico dominio che la propria famiglia di sangue ha esercitato, da tempo immemore, a Partinico”. Sarebbe stata lei a fornire una parte consistente della droga a uno dei personaggi chiave dell’inchiesta coordinata dai pubblici ministeri Enrico Bologna e Giorgia Spiri.
Era già finita nei guai nel giugno 2018. Allora i finanzieri la fermarono ad un posto di blocco al volante di una Fiat Punto, aveva 38 dosi di cocaina dentro un porta occhiali nascosto sotto la maglietta.
“L’ho trovato a terra, non sapevo cosa ci fosse”, disse la donna nel tentativo di giustificarsi.